di Massimiliano Mingoia

Milano, 12 giugno 2013 - Meno cinque giorni al pagamento della prima rata dell’Imu, l’imposta sugli immobili. La sospensione della tassa decisa dal Governo Letta riguarda solo i proprietari di prime case, terreni e fabbricati rurali. Tutti gli altri possessori di immobili dovranno versare la prima rata Imu entro lunedì, anche i proprietari di prime case che vivono in palazzi di pregio storico, castelli, ville e case di lusso, tutti immobili che sono stati esclusi dal rinvio del pagamento dell’imposta. Di più. Coloro che vivono in case extralusso pagheranno l’Imu all’aliquota massima consentita dalla legge per le abitazioni principali, lo 0,6 per cento, come già previsto nella delibera comunale sull’Imu dell’anno scorso.

A Milano ci sono 2.739 immobili di pregio, i cui proprietari — secondo stime comunali — dovrebbero versare circa 4,5 milioni di euro nella prima rata Imu. Vediamo nel dettaglio le cifre. I palazzi di eminente pregio artistico-storico sono 142 (categoria A9): 161 mila euro la stima dell’incasso per il Comune entro lunedì. Le ville (categoria A8) invece sono 84, introito preventivabile 203 mila euro. Le case signorili (categoria A1), infine, sono 2.513: la prima rata Imu di questi immobili di lusso dovrebbe portare 4,1 milioni di euro nelle casse di Palazzo Marino.

Istruzioni per l’uso. Il pagamento della prima rata Imu, a parte il caso delle abitazioni principali extralusso, riguarda principalmente le seconde case e gli immobili commerciali: uffici, negozi, centri commerciali, alberghi e capannoni. Importi Imu identici alla prima rata 2012? Non proprio. L’acconto dell’anno scorso, infatti, è stato calcolato facendo riferimento alle aliquote Imu fissate dalla legge e non a quelle modificate dal Comune. Sul fronte delle seconde case, ad esempio, Palazzo Marino ha distinto gli immobili affittati da quelli sfitti. I primi pagano di meno (un’aliquota Imu dello 0,96 per cento), i secondi di più (l’1,06 per cento). Una differenziazione voluta dalla Giunta Pisapia cercare di convincere i proprietari di case sfitte ad affittarle o utilizzarle.

Una decisione presa partendo da questi dati, relativi alle seconde case presenti a Milano: il 75 per cento di queste ultime è sfitto, il 25 per cento è affittato. Dalle prime Palazzo Marino dovrebbe incassare 112 milioni di euro nella rata di giugno dell’Imu, dalle seconde case affittate invece 31 milioni di euro. Va ricordato che nel 2012 l’incasso dell’imposta sulle seconde case non è stato interamente incamerato dal Comune: la metà, 340 milioni di euro, è stata versata allo Stato. Una cifra che quest’anno Palazzo Marino vorrebbe recuperare per risolvere i problemi del bilancio preventivo 2013, che parte da un disavanzo di 437 milioni di euro. Da qui la sfida lanciata dal sindaco Giuliano Pisapia al Governo per rendere veramente «municipale» l’imposta sugli immobili. Il primo risultato di metodo — la proroga dell’approvazione del bilancio dal 30 giugno al 30 settembre — è stato ottenuto.

Sul fronte degli immobili commerciali, infine, il Comune ha deciso un’aliquota Imu dell’1,06 per cento, anche se sono stati previsti sgravi per negozi e laboratori. Gli immobili strumentali utilizzati a fini commerciali e classificati come C1 pagano un’aliquota Imu dello 0,87 per cento, così come la categoria C3 (laboratori per arti e mestieri).

massimiliano.mingoia@ilgiorno.net