di Luca Zorloni

Milano, 9 maggio 2013 - Pausa pranzo e slot machines. Al ristorante Spizzico di via Monte Bianco a Milano, oltre a pizza, bibita e stuzzichini, i clienti trovano in sala anche quattro macchinette della fortuna. Le slot guardano in faccia la distesa di tavoli del ristorante, dove si assiepano impiegati, addetti dell’Atm della vicina sede dell’azienda trasporti, operai e passanti. Quattro apparecchi disposti attorno a una colonna, a pochi metri dall’ingresso. Danno il benvenuto ai commensali. Il ristorante, della catena Autogrill, raccoglie negli stessi spazi le insegne Spizzico, Puro Gusto e Ciao (tre dei marchi del gruppo). Ce n’è per tutti i gusti. Anche per chi abbia voglia di tentare la fortuna. Affidandosi magari alla moneta di resto dopo aver pagato il pranzo, moneta infilata senza troppa convinzione nella fessura della macchinetta per vedere se la giornata cambia faccia.

Ieri, alle 12.30, davanti alle slot machines del ristorante c’erano due persone che hanno convertito banconote in centesimi al cambiamonete per calmare la propria sete di fortuna. Senza successo, per la cronaca. Le macchinette si sono mangiate tutto, monete e sogni di gloria. Intorno il viavai dell’ora di pranzo. I due insistono. Di nuovo, tornano a casa con le pive nel sacco. Non va meglio a un terzo giocatore. La segnalazione delle slot machines da Spizzico arriva da Simone Feder, psicologo presso la Casa del Giovane di Pavia e giudice onorario del Tribunale per i minorenni di Milano, che sul social network Twitter aveva postato una foto delle macchinette: «A Milano le slot anche da Spizzico».

Siamo andati a verificare: le macchinette ci sono e perfettamente funzionanti. Per installare le slot machines, la catena Autogrill non ha avuto bisogno di particolari trafile burocratiche. Come già recitava l’articolo 86 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps), basta l’autorizzazione di gestore di pubblico esercizio per installare, nella propria attività, gli apparecchi individuati ai commi 6 e 7 dell’articolo 110 del medesimo testo (in sostanza le macchinette approvate dai Monopoli di Stato). Inoltre, nel 2011, il decreto 30011 (27 luglio) del direttore generale dei Monopoli di Stato individua, all’articolo 3 comma 4, anche un «ristorante ed esercizio assimilabili» tra quelli autorizzati alla raccolta da gioco. Il fast food, infine, espone anche l’avvertenza sul divieto di gioco per i minori di 18 anni. Insomma, l’installazione è in regola.

Autogrill è il primo operatore al mondo nei servizi di ristorazione per chi viaggia, con 5,8 miliardi di ricavi nel 2011, presente in 37 paesi con 62.800 dipendenti e 5.300 punti vendita. Uno di questi è il ristorante di via Monte Bianco, a poche centinaia di metri dalla vecchia Fiera di Milano. Non è l’unico che ospita slot. Secondo quanto riferito dall’ufficio stampa dell’azienda, nel capoluogo lombardo ci sarebbero altri due punti vendita dove si può giocare. «È un’attività complementare e marginale rispetto al nostro business principale», spiegano dal quartier generale del gruppo.

L’ufficio stampa non ha fornito altre informazioni. Ieri non è stato possibile mettersi in contatto con un dirigente di Autogrill che esprimesse una posizione ufficiale del gruppo sul tema delle macchinette. Nel frattempo fa sempre più proseliti il movimento «no-slot». Val la pena ricordare che qualche giorno fa saliva a 160 il numero di Comuni e istituzioni che hanno aderito al «Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo», il documento promosso da Legautonomie e Terre di Mezzo con cui gli amministratori pubblici chiedono al Parlamento poteri per contrastare l’industria della dea Bendata. È sera, al ristorante di via Monte Bianco si spengono le luci. Su pizze e slot machines.

luca.zorloni@ilgiorno.net

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