Milano, 8 maggio 2013 - I giudici della seconda sezione della Corte d’Appello di Milano hanno confermato la condanna a Silvio Berlusconi a 4 anni di reclusione per frode fiscale nell’ambito del processo sui diritti tv per le reti Mediaset. Confermata anche la condanna per Berlusconi a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e di 3 anni dagli uffici direttivi. Se il verdetto dovesse essere ribadito anche dalla Corte di Cassazione allora Berlusconi, dopo il via libera della giunta autorizzazioni del Senato, potrebbe dover fare un passo indietro dalla politica.

Al termine del processo d’appello Mediaset, la Corte d’appello ha anche confermato le assoluzioni decise in primo grado: oltre a Fedele Confalonieri, Marco Colombo e Giorgio Dal Negro. Per loro la procura generale aveva chiesto il ribaltamento della decisione di primo grado con la condanna a tre anni e quattro mesi per il presidente di Mediaset e a tre anni per ciascuno per gli altri due imputati.
Per quanto riguarda, infine, l’ultimo imputato, il banchiere Paolo Del Bue (uno dei fondatori di banca Arner), la Corte d’appello ha confermato la sua assoluzione per intervenuta prescrizione, rigettando l’appello della sua difesa.

Confermata la condanna a tre anni di reclusione per il produttore statunitense Frank Agrama, ritenuto il "socio occulto" di Berlusconi e per i due ex manager del gruppo Mediaset Daniele Lorenzano (3 anni e 8 mesi) e Gabriella Galetto (1 anno e 6 mesi). Confermata anche la provvisionale di 10 milioni di euro a favore dell’Agenzia delle Entrate che dovra’ versare Silvio Berlusconi in solido con le altre tre persone condannate.

 

L'AVVOCATO GHEDINI - "La forza della prevenzione è andata al di là della forza dei fatti". Cosi’ l’avvocato Niccolò Ghedini, legale di Silvio Berlusconi, ha commentato la conferma in appello della condanna a 4 anni per l’ex premier nel processo sui diritti tv Mediaset. "Avevamo la consapevolezza che sarebbe andata così", ha aggiunto Ghedini.

 

RENATO SCHIFANI: "Continua la persecuzione giudiziaria nei confronti del presidente Berlusconi, leader politico che ha il consenso di dieci milioni di elettori. Evidentemente, per una certa magistratura la stagione della pacificazione è ancora lontana, e forse non arriverà mai. Soprattutto quando si nega con tanta ostinazione la verità dei fatti e ancor di più il buon senso". Lo ha dichiarato il presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani, dopo la sentenza d’appello che ha confermato la condanna di Berlusconi nel processo Mediaset.

 

DANIELE CAPEZZONE - "Oggi tutte le persone ragionevoli, al di la’ di ogni appartenenza politica e culturale, comprendono bene quello che accade: e’ letteralmente surreale e assurda la condanna di Silvio Berlusconi, contribuente recordman. Attendiamo che i garantisti di sinistra dicano qualcosa". Lo ha affermato il coordinatore dei dipartimenti del Pdl e Presidente della Commissione Finanze della Camera Daniele Capezzone.

 

LE ARRINGHE IN AULA - I giudici della seconda corte d'Appello penale presieduti da Alessandra Galli hanno deciso di ritirarsi in camera di consiglio dopo le arringhe dei difensori degli ex manager Gabriella Galetto e Daniele Lorenzano e in assenza di repliche delle parti. Per i due i loro legali, ovviamente, hanno chiesto l'assoluzione. In aula, inoltre, era presente lo stesso Lorenzano che ha reso dichiarazioni spontanee, spiegando alla corte di ''avere rivestito un ruolo importante e chiave per il successo delle reti Fininvest'', ma di non essersi mai occupato di ''questioni contrattuali, amministrative e - come ha ripetuto in una pausa di udienza - di non avere mai saputo dei presunti passaggi dei diritti tra societa' per creare un aumento dei loro costi''.

L'ex manager ha affermato di avere, per oltre 20 anni, tenuto i rapporti con le major americane presso le quali era ''ambasciatore molto quotato e stimato''. Lorenzano ha inoltre precisato che il ruolo di Berlusconi all'interno dell'azienda ''e' stato attivo negli anni '80, poi si e' piano piano esaurito ed e' cessato prima che entrasse in politica''. Dopo di che ha definito ''infondate'' le accuse mosse nei suoi confronti e ha dichiarato di avere ''fiducia'' in una sua assoluzione. 

 

SI VA AVANTI - La difesa di Silvio Berlusconi aveva chiesto di rinviare l’udienza del processo in appello Mediaset in attesa di una decisione della Corte Costituzionale sul conflitto di attribuzioni fra poteri dello Stato sollevato dalla presidenza del Consiglio in relazione a un legittimo impedimento negato all’ex premier nel primo grado dello stesso processo. Gli avvocati, Niccolo’ Ghedini e Piero Longo avevano chiesto di rinviare l’udienza sospendendo i termini della prescrizione e citato un’agenzia di stampa secondo la quale la pronuncia della Consulta dovrebbe arrivare “entro giugno”. Il procuratore generale, Laura Bertole’ Viale, si e’ opposta alla richiesta di sospensione e i giudici si sono ritirati in camera di consiglio per decidere.