Milano, 28 marzo 2013 - C’è la serie anni ‘60-‘70 de «il Re Nudo», pubblicazione della controcultura milanese culminata nei Festival del proletariato al Parco Lambro (Pfm, Area, Battiato…). Ci sono i numeri completi di «Mondo Beat», il primo giornale underground italiano, con sede «in piazza del Duomo presso la statua di Vittorio Emanuele II», megafono dei «capelloni» radunati nel 1967 al Campeggio di via Ripamonti, ribattezzato dal Corsera «Barbonia City».
Quelli citati sono solo una minima parte degli oltre 20mila documenti cartacei dell’Archivio storico della stampa Underground, che da cinque anni giace nei meandri del liceo classico Parini. Né il Comune né la Provincia sono riusciti a garantire una sistemazione adeguata. «Siamo in cerca di sponsor per restituire ai milanesi un patrimonio immenso e unico al mondo», è l’appello unanime del proprietario, Ignazio Maria Gallino, e dell’attuale ospite della collezione, Carlo Arrigo Pedretti, preside del Parini.
Una collezione in cerca di casa da 14 anni, visto che nel 1999 venne sfrattata da via Anfiteatro e stipata «provvisoriamente» nella depositeria del Comune di Milano. L’allora assessore al Demanio Antonio Verro promise una nuova sede. «Ma in più di nove anni non hanno trovato un metro quadrato per un pezzo di storia della città che, tra l’altro. non è più consultabile sui documenti», spiega Ignazio Maria Gallino, l’80enne editore protagonista degli anni della controcultura, cofondatore di Sima, l’organizzazione che garantiva sostegno medico-legale ai capelloni e “barboni” tanto invisi alla borghesia meneghina.
In quegli anni Gallino ha raccolto un patrimonio storico inestimabile: le testate underground e della contestazione publicate a Milano e non solo.Nel 2007 è stata la volta del diktat di Palazzo Marino: Gallino ritiri il materiale in giacenza «previo pagamento dei relativi canoni di custodia e oneri vari maturati dal giorno del deposito». O i documenti d’epoca sarebbero stati alienati, magari destinati al macero. Grazie a un appello al mondo culturale milanese, a prendersene carico furono gli allora assessori Provinciali Irma Dioli e Giansandro Barzaghi.
Le ventimila fanzine si salvarono e furono ospitate al liceo classico Parini: «Ho dato la mia disponibilità - ricorda Carlo Pedretti - perché si tratta di un archivio di valore considerevole, unico in Europa, se pensiamo che la Biblioteca Pivano, altro esempio di collezione underground, riguarda soprattutto la letteratura americana. Sono giornali nati principalmente a Brera e che a Brera devono rimanere». Stampate in pochissime copie, le riviste restituiscono i capelloni di Mondo Beat, il movimento punk e quello del ‘77.
Nel 2008 il progetto era pronto: teche e pannelli in tre aule dell’istituto, su via San Marco. Un sistema per scannerizzare e rendere consultabile il materiale. Due archivisti. Le casse ricolme di storia giornalistica arrivarono, lo spazio museale no. «Cambiata la giunta, non se ne è più fatto nulla», lamenta Gallino, che lascia i suoi recapiti mail (i.m.gallino@gmail.com) e telefonico (02.3451440) per eventuali sponsor. Chi salverà l’Archivio della beat generation?
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