Milano, 19 marzo 2013 - Milano, la cultura e il Pd: questi i tre argomenti della conferenza stampa che l'ex assessore Stefano Boeri ha tenuto stamani al cinema Apollo. Primo bersaglio polemico, il Partito democratico, che secondo Boeri è in mano a "ragazzotti incompetenti e irresponsabili". Per questo ''in città è mancato un grande laboratorio di idee", Boeri si attende dal partito "una valutazione sulle idee". Non è colpa di singoli - aggiunge - è il partito che non ha la volontà di rigenerarsi e conserva una struttura più interessata alle correnti che alle idee. Io voglio un partito dove i dirigenti cambiano ogni due anni e lanciano idee nuove. Se questo sarà il Pd, ne sarò felice''.

I VERTICI NAZIONALI - Boeri ha rivelato alcuni dettagli sui suoi rapporti con i vertici nazionali del Pd: "Bersani non lo sento più da quando l'anno scorso ho dichiarato che secondo me Filippo Penati doveva dimettersi da consigliere regionale - ha detto rispondendo a una domanda -. Non so cosa sia successo ma da quel momento ho sentito calare il freddo glaciale su tutto quello che facevo e questo evidentemente ha avuto dei risvolti anche nella mia posizione in giunta, un riflesso su quanto successo ora. Purtroppo". D'altro canto, segnali diversi sono arrivati dal leader dei "rottamatori": "Matteo Renzi mi ha mandato un messaggio di attenzione, un sms che devo dire mi ha fatto piacere".

I MOTIVI DEL "LICENZIAMENTO" - Boeri ha ribadito di non avere ancora capito perché è stato "licenziato" e di attendere ancora di sapere quali siano ''le ragioni politiche''. L'ex assessore si è poi impegnato a confutare alcune critiche alla sua gestione, come le poche conferenze stampa ("ne ho fatte 215, praticamente un acrobata"), i soldi spesi dal suo assessorato ("è stato scambiato il bilancio previsionale con quanto effettivamente speso che e' stato la metà") e da lui personalmente ("mi viene da ridere..."). Rivendica invece la capacita' di ''usare la cultura come fattore di sviluppo'', anche in presenza di un budget "estremamente ridotto" perché "Milano è il fanalino di coda fra tutte le grandi citta' per quanto riguarda i fondi destinati alla cultura".

Milano, per Boeri "è una straordinaria fabbrica di idee e di energie" ma "nel 2011 si parlava di democrazia deliberativa e non solo di partecipazione, un concetto populista di cui non ne posso piu".