Milano, 19 marzo 2013 - Nascondevano la cocaina, proveniente dai 'cartelli' colombiani e messicani, nelle viscere di cani di grossa taglia, che all'arrivo in Italia venivano uccisi per recuperare la droga. Gli animali, prima di partiredi partire, erano sottoposti a operazioni chirurgiche che permettevano di stipare nel loro intestino ovuli di cocaina purissima.

 

ARRESTATI ED INDAGATI - Il macabro particolare e' emerso dalle indagini degli agenti del Commissariato Mecenate di Milano, che sin dalle prime ore della mattinata stanno eseguendo 75 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di 57 maggiorenni e 18 minorenni, nella quasi totalita' cittadini dell'America Latina, tutti gravemente indiziati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro la persona, il patrimonio, traffico di stupefacenti e detenzione di armi. 

Uno dei membri della gang, localizzato in Spagna, a carico del quale e' stato emesso mandato di arresto europeo, e' ricercato sul territorio di Barcellona. Contestualmente sono state eseguite sul territorio di Milano e provincia nonche' nelle province di Bergamo, Brescia, Lodi, Pavia, Piacenza, Novara, Roma e Varese numerose perquisizioni domiciliari a carico di persone orbitanti nell'ambito delle organizzazioni criminali, dove e' stato sequestrato materiale di interesse investigativo. Nello stesso contesto sono state denuciate in stato di liberta' altre 112 persone, rispettivamente 98 maggiorenni e 14 minori.

 

LE INDAGINI - L'indagine, eseguita dal commissariato di Pubblica Sicurezza "Mecenate", vede coinvolti numerosi gruppi di giovani di origine sudamericana riconducibili al fenomeno delle cosidette "pandillas" di ispirazione latinoamericana, ed e' la naturale prosecuzione di una prima attivita' conclusa con l'emissione di 30 ordinanze di custodia cautelare eseguite il 7 febbraio 2012, a carico di altrettanti soggetti ritenuti gravemente indiziati di tentati omicidi, rapine ed estorsioni. La successiva attivita' svolta dagli investigatori del commissariato Mecenate, supportata da intercettazioni telefoniche ed ambientali, ha permesso di accertare che alcune delle "pandillas" attive sul territorio milanese sono organizzate alla stregua di vere e proprie associazioni per delinquere, gerarchicamente orientate, finalizzate alla commissione di un numero indeterminato di reati. 

E' stata per la prima volta dimostrata l'esistenza del vincolo associativo all'interno delle cosidette "pandillas" evidenziando che, nell'ottica di queste organizzazioni criminali, i singoli reati commessi rientrano in un piu' ampio programma criminoso e sono funzionali sia alla conquista del territorio, che passa attraverso l'eliminazione fisica di appartenenti alle bande rivali, sia al reperimento delle risorse economiche necessarie per la vita e l'espansione dell'associazione stessa.

Sotto questo secondo aspetto, l'attivita' investigativa ha permesso di accertare che il traffico di stupefacenti avviene attraverso contatti diretti tra le organizzazioni criminali oggetto di indagine e i "cartelli" colombiani messicani mediante l'ingegnoso e macabro sistema di trasporto della sostanza stupefacente attraverso i cani, inconsapevoli vettori. La droga prima di essere collocata nel ventre dei cani veniva avvolta in un cellophane, poi nella carta carbone per essere impenetrabile ai raggi X dopodiche' ancora nel cellophane e in uno scotch di vinile nero, ancor piu' resistente ai raggi X. L'involucro era cosi' pronto per essere inserito nei cani di grossa taglia tipo San Bernardo, Gran Danese, Dog de Bordeaux, Mastino Napoletano e Labrador.

 

RITI D'INIZIAZIONE - Si fingevano organizzazioni caritatevoli che operavano per il Sud America. Così i membri dei Latin King Chicago sono riusciti a convincere i Gesuiti che gestiscono il prestigioso istituto Leone XIII ad affittare loro una delle palestre di proprietà dell’istituto. All’interno della struttura avvenivano riti di iniziazione, definiti dagli inquirenti “tribali” con tanto di pestaggi di 3 minuti a cui chi aspirava ad entrare nella pandilla doveva sottoporsi. I membri del “capitolo”, la cellula di cui la vittima voleva fare parte, si disponevano in formazione attorno all’aspirante membro e lo picchiavano al corpo, lasciando illesa la faccia. La scena è stata ripresa dalle telecamere piazzate dai poliziotti del commissariato Mecenate, nell’ambito dell’operazione che ha portato all’arresto di 60 persone (e a 75 ordini di custodia cautelare) ritenute membri o fiancheggiatori di quattro gang latino americane. Pestaggi erano all’ordine del giorno anche per semplici ‘sgarri’, come un ritardo ad una riunione, anche da parte di una ragazza, come è avvenuto in un caso: le altre ‘queen’, componenti dell’organizzazione femminile, l’hanno picchiata sotto l’occhio delle telecamere piazzate dalla polizia. Le ragazze arrestate sono 4, tutte con ruoli di spicco nell’organizzazione.

 

CAPO DELLA MOBILE: "OPERAZIONE ESEMPLARE" - Quella che ha portato all'arresto di 60 persone vicine alle 'pandillas' è stata "un'operazione esemplare per capacità investigativa, tenacia e perseveranza" che ha mostrato la capacità di "fronteggiare il nuovo fenomeno criminale" relativamente nuovo per l'Italia che ha creato "grandissimo allarme sociale". Lo ha detto Alberto Nobili, procuratore aggiunto di Milano, illustrando l'operazione "Amor DeRey".

Un fenomeno che "negli ultimi anni, ha visto ecuadoriani e peruviani protagonisti, vere bande criminali che a lungo hanno creato preoccupazione". Il fenomeno delle Pandillas, diffuse soprattutto a Milano e Genova ma in espansione anche a Roma "viene ancora monitorato", ha spiegato Nobili, che ha elogiato l'operato del commissariato Mecenate, diretto da Alessandra Simoni, che ha portato avanti le indagini dopo i 30 arresti effettuati nel febbraio del 2012 nell'ambito dell'operazione "Secreto". Fondamentale per le indagini è stata "la collaborazione e l'apporto nelle indagini di alcune delle vittime, che di solito nutrono grande sfiducia e distacco nei riguardi delle forze dell'ordine".