di Rossella Minotti

Milano, 16 dicembre 2012 - Pdl al contrattacco. Mentre in Lega Roberto Maroni riprende la ramazza e si dice pronto a non ricandidare nessuno dei consiglieri regionali, se saranno verificate loro colpe nello spreco di denaro pubblico, ieri il capogruppo del Popolo della libertà Paolo Valentini, supportato dal presidente Roberto Formigoni, è passato al contrattacco.

Per la verità un po’ di ramazza la usano anche loro, visto che la prima a essere scaricata è l’ormai celeberrima Nicole Minetti, tra le cui spese improprie figura il libro «Mignottocrazia». «Io, da presidente di Regione — dice Formigoni — valuto che alcune spese di alcuni consiglieri sono ingiustificate. Ad esempio i soldi spesi per “Mignottocrazia”, cartucce da caccia, videogiochi, sono certamente uso improprio di fondi. Ma queste sono solo una minima parte delle spese contestate».

Già perché secondo Valentini da parte della magistratura «non ci sono contestazioni specifiche, ma vengono contestati tutti i rimborsi degli ultimi cinque anni. Secondo i criteri della Procura l’interno ammontare dei rimborsi destinati ai gruppi regionali sarebbe irregolare. Ci saremmo aspettati provvedimenti più mirati».

In sostanza, visto che la Corte dei Conti non ha mai opposto nessun rilievo alle spese che la regione regolarmente presenta, per Valentini si profila un «conflitto fra istituzioni» che va risolto.
Di difficile soluzione invece il rapporto con la Lega, che con Formigoni e i sostenitori del Ppe si incrina sempre di più. Formigoni e Valentini infatti non hanno mancato di porre l’accento su alcune spese particolari: «Esistono spese fuori standard — ha detto Valentini — che non fanno capo al gruppo Pdl. Le spese per le cartucce e i petardi non mi risulta appartengano al mio gruppo. Non parliamo poi dei banchetti matrimoniali».

Il Governatore uscente, sornione, sottolinea: «Certo se si chiede il rimborso per una cena con la mamma lontana, o con la fidanzata vicina, risulta irregolare. Ma qui vengono contestate spese per viaggi istituzionali del tutto regolari». Insomma, caso Minetti a parte, la parte del Pdl che sostiene la candidatura di Gabriele Albertini gongola nel constatare che le spese più clamorose e ingiustificabili sembrerebbero appartenere ai leghisti. A parte le cartucce (non per stampanti ma munizioni) di Pierluigi Toscani e i fuochi d’artificio cinesi di Alessandro Marelli, ci sarebbero, addebitati al capogruppo leghista Stefano Galli, ben 6.180 euro spesi per 103 coperti al ristorante Toscano. Una spesa giustificata come «di funzionamento del gruppo», ma il ristoratore, interrogato come teste, afferma che quella spesa riguardava di certo un matrimonio.

«Non ricordo, devo verificare» dice Galli. E le verifiche, assicura Roberto Maroni, in Lega sono in corso. Il Pdl invece va al contrattacco. Paolo Valentini sarà ascoltato martedì. A lui sono stati contestati tutti i rimborsi degli ultimi cinque anni. «Alcune mie spese le chiarirò — dice — ma molte cose sono state acquistate per l’ufficio. Il computer che ho sulla scrivania ad esempio, la televisione. Tutto, peraltro con offerte da volantino, sottomarche, è stato acquistato a spese del gruppo regionale. Ma sono strumenti di lavoro. Io poi ho speso più di altri in quanto capogruppo. Ricordiamo poi che siamo la Regione che in Italia costa meno, e che negli altri consigli regionali il personale viene assunto e grava all’infinito sul pubblico, mentre qui a fine legislatura vanno tutti a casa». Quanto alle epurazioni, Formigoni dichiara: «Non sono il segretario del mio partito, quindi non decido io. Però per quanto mi riguarda posso dire che chi è colpevole non potrà rappresentare il Pdl alle prossime elezioni».

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