Milano, 16 novembre 2012 - Ancora un’inchiesta della procura sulle morti d’amianto, ancora una vecchia fabbrica nel mirino dei magistrati. Oggi Fbm Hudson italiana spa, controllata da un gruppo malese, è un’azienda di attrezzature meccaniche per il settore petrolchimico e nucleare con stabilimento nella Bergamasca. Ma all’inizio degli anni ’40 i tre italiani fondatori dell’azienda si stabilirono in città, i capannoni erano in zona Bovisa, dove molto tempo dopo sarebbe nato il Politecnico. E fino alla metà degli anni ’80, Fbm Costruzioni meccaniche continuò a impegnare lavoratori in quegli stabilimenti dove l’amianto era ben presente nelle protezioni.

L’inchiesta sulla vecchia Fbm è solo l’ultima avviata dal pm Maurizio Ascione, che da un paio d’anni segue in procura i numerosi fascicoli aperti sulle morti d’amianto. Un’indagine nella fase iniziale, per ora nei confronti di ignoti perché gli inquirenti stanno ancora ricostruendo la rete degli ex dirigenti ai quali imputare, eventualmente, la responsabilità per una decina di casi di operai Fbm morti nel corso degli anni per asbestosi o tumori polmonari, normalmente indotti dalle micidiali fibre.

E’ da almeno un decennio, del reto, che la presenza dell’amianto nella fabbrica Fbm Hudson oggi di Terno d’Isola, in provincia di Bergamo, fa discutere e scrivere i giornali per le storie dolorose di addetti alla lavorazioni deceduti per le conseguenze delle polveri respirate. Anche a Bergamo un’inchiesta della magistratura su una morte sospetta avvenuta nel 2006 di un operaio che per oltre trent’anni aveva lavorato alla Fbm Hudson italiana, ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio e poi al processo per omicidio colposo nei confronti di due ex dirigenti dell’azienda negli anni a cavallo trai ’70 e gli ’80.

Processi sempre complicati, difficili, questi legati alle morti dovute alle polveri. Dove spesso le sorti degli imputati si decidono non solo sulla base delle testimonianze di anziani ex operai che raccontano le modalità del loro lavoro magari trent’anni prima, ma per gli esiti di consulenze e perizie medico-legali, che anni dopo i decessi sospetti devono quanto più possibile arrivare ad una conclusione logica su malattie, come quelle legate all’amianto, che possono avere anche trenta o quarant’anni di latenza.
L’indagine del pm Ascione sulla Fbm Hudson, partita dal caso un operaio morto segnalato dagli eredi, si è allargata finora a ricomprendere almeno una decina di decessi sui quali il magistrato vorrebbe riuscire a fare chiarezza.

di Mario Consani