Milano, 9 novembre 2012 - Silvio Berlusconi, tramite i suoi legali, ha depositato il ricorso in appello contro la sentenza con cui due settimane fa è stato condannato a 4 anni di carcere per il caso Mediaset. L'ex premier è accusato di frode fiscale. I giudici di Milano che hanno emesso la sentenza di condanna nei confronti dell'ex premier Silvio Berlusconi nel processo sui diritti tv "hanno dei pregiudizi" nei confronti dell'imputato. Ne sono convinti i suoi legali che hanno depositato alla Corte d'Appello di Milano un ricorso contro la condanna a 4 anni emessa il 26 ottobre scorso.

"Il Tribunale dunque - si legge nel ricorso firmato da Piero Longo e Niccolo' Ghedini - ha la granitica certezza che quando Berlusconi e Lorenzano si incontravano, avevano proprio i diritti quale oggetto delle loro discussioni. Tale affermazione e' la rappresentazione plastica della prevenzione del giudicante nei confronti di Silvio Berlusconi".

Non solo: "Non vi e' alcuna prova in atti che Mills e Del Bue fossero fiduciari di Silvio Berlusconi cosi' come le asserite laute remunerazioni sono soltanto il frutto della fantasia accusatoria del giudicante senza che ve ne sia riscontro alcuno", aggiunge la difesa. E secondo i due legali, Silvio Berlusconi è stato condannato per un reato che non poteva commettere, in quanto dal 1994 non aveva alcun ruolo all'interno del gruppo Mediaset.

Infine, "è evidente che il Tribunale non apprezza la visione imprenditoriale - continua il testo del ricorso in appello - preferendo verosimilmente un sistema di tipo collettivistico su base etica. Ma storicamente tali modelli non hanno avuto grande successo soprattutto in tema di libertà individuale. E la condanna ad anni 4 nei confronti di Silvio Berlusconi, e di ciò che rappresenta, risente certamente di tale impostazione culturale''.
 

Il processo d'appello sui diritti tv di Mediaset riguarderà solo 6 imputati rispetto agli 11 del processo di primo grado. Ci saranno infatti 4 imputati condannati in primo grado e che presentano ricorso, Berlusconi (5 anni di reclusione), Agrama (3 anni), Lorenzano (3 anni e 8 mesi) e Galetto (1 anno e 6 mesi) oltre a Fedele Confalonieri, assolto dal Tribunale per il quale la procura impugna.

L'elenco si conclude con Paolo Del Bue che aveva ottenuto la derubricazione del reato di riciclaggio in appropriazione indebita con conseguente prescrizione. Il suo difensore Giorgio Perroni ricorre in Appello per ottenere l'assoluzione nel merito. Non ricorrono in appello gli altri imputati assolti o prosciolti per prescrizione, nè sul punto ricorre il pm.