Milano, 8 novembre 2012 - Oltre 11.500 bambini rimasti orfani in Italia a seguito della Seconda Guerra Mondiale furono aiutati dal 1947 al 1969, da Plan International, un'organizzazione nata nel 1937 per aiutare proprio i bambini ridotti in miseria, fornendo loro cibo, alloggio e istruzione. Oggi Plan torna in Italia, con la nuova sede di Milano e per celebrare il ritorno, ripercorre i 75 anni della sua storia attraverso il racconto di chi e' stato aiutato nel dopoguerra italiano lanciando l'iniziativa 'Riconosciti in Plan': attraverso una campagna stampa, radio e web gli italiani saranno chiamati a riconoscersi o a riconoscere parenti e conoscenti adottati a distanza grazie a Plan, tramite le loro foto di allora.

"Fu uno dei fondatori di Plan, Esme Odgers, a mettere a punto quello che oggi chiamiamo 'sostegno a distanza' - spiega Tiziana Fattori, Direttore Nazionale di Plan Italia - L'idea derivava dalla convinzione che tra bambino e 'benefattore' dovesse instaurarsi un legame speciale, quasi personale, fatto di scambi di lettere e affetto. Con 'Riconosciti in Plan' vorremmo ricostruire questi legami che hanno fatto la nostra storia in Italia e creato opportunita' per milioni di bambini". Le foto raccolte nel dopoguerra negli archivi di Plan verranno, rese pubbliche non solo per supportare la campagna ma soprattutto "per donare agli italiani un importante tassello della loro storia, ripercorrendo le tappe del loro passato tra il 1947 e il 1969".

Prima ambasciatrice del progetto e' Raffaella Gravina, adottata a distanza da Gary Cooper nel 1953 grazie all'impegno di Elma Baccanelli Laurenzi, all'epoca direttore nazionale di Plan Italia, che coinvolse molti benefattori americani, tra cui divi del tempo - Gary Cooper, Raymond Burr, Peter Ustinov, Sandra Dee, Harry Belafonte, Helen Bonfils - attivando adozioni a distanza su tutto il territorio italiano, da Milano a Roma, da Pesaro a Salerno, da Napoli a Reggio Calabria.

L'impegno di Plan Italia, parte subito con una importante petizione in favore di Malala Yasufazi, la studentessa pakistana ferita a causa del suo impegno per il diritto allo studio delle ragazze del suo paese. Ma il caso di Malala e' solo la punta dell'iceberg. Come lei milioni di bambine sono lasciate ai margini della societa' e condannate a una vita fatta di poverta' e privazioni. Con la campagna 'Because I Am a Girl' stiamo cercando di aiutare 4 milioni di bambine ad ottenere la formazione, le competenze e il supporto di cui hanno bisogno. Lo scopo e' parlare dritto al cuore delle persone e soprattutto delle donne, che meglio comprendono il peso di un'infanzia sottratta a una bambina".

Fonte Agi