di Luca Zorloni

Milano, 3 novembre 2012 — L’altra faccia della Milano da bere apre bottega quando il mondo della notte ancora dorme. All’ora di pranzo. I club privé, i circoli privati dove si incontrano le coppie di scambisti, alzano la musica e abbassano le luci in pieno giorno, tra le 13 e le 15. La formula è quella dell’happy hour: c’è un buffet, c’è da bere (alcolici o meno a seconda delle licenze del locale), si chiacchiera e, il più delle volte, si conclude. Scambio di coppia. Sesso di gruppo. Sadomaso, se la festa è a tema.

Tra Milano e provincia i club privé sono circa una ventina. Un decimo circa delle 211 insegne che la Camera di Commercio ambrosiana cataloga sotto l’etichetta di «discoteche, sale da ballo e night club» (il numero si riferisce alle unità locali registrate), di cui 154 nella sola metropoli e 57 nell’hinterland. Difficile dare un volto a un mondo che cerca l’anonimato. Gli ingressi dei club privé la dicono lunga: piccoli, dipinti di scuro, illuminati appena da qualche neon. Cercano riservatezza. Non ci sono pr alle porte che distribuiscono pass e riduzioni perché non può entrare chiunque. Accesso riservato ai tesserati. Una comunità liquida distinta dal numero di matricola. Una comunità che sente, come le altre, la crisi. Chi prima si permetteva due o tre serate a settimana ora se ne concede soltanto una.

Giovedì, poco prima della mezzanotte, a «La Divina club privé» di via Melchiorre Gioia c’è passaggio nonostante la sera prima Milano abbia festeggiato Halloween con party in ogni locale. I clienti vestono elegante: una coppia sulla quarantina, due trentenni, un ragazzo single in cerca di avventure. Da un mese nella gestione è subentrato come direttore artistico Corrado Fumagalli. Nel mondo dell’eros è un volto noto: 45 anni, di Cassano d’Adda, dal 1999 è l’anima della trasmissione «Sexy bar», dal 2007 organizza «Bergamosex», fiera del settore, ed è anche direttore di InterTv.

«Il nostro è un locale frequentato da persone di tutti i tipi, la serata seleziona il pubblico — spiega —. Oggi tutti tagliano, bisogna far fronte con la qualità». Una strategia che ha consolidato a «Bergamosex», aperta lo scorso 31 agosto: «Avevamo le migliori pornostar, la manifestazione ha registrato 20 mila presenze». E secondo il conduttore tv internet, che ha eroso il mercato delle discoteche, nel caso dei club privé ha invece aperto a nuovi clienti.

La rete offre le risposte alle proprie fantasie. E anche gli indirizzi. Si va dalla festa domenicale «Gallina vecchia fa buon brodo» (dove per gallina vecchia leggasi donna matura) all’«Evasion club» di via Noe alla pizzata del sabato a «La Comasina» di Paderno Dugnano, ai giovedì con orge non stop al «New Alternative» di viale Monza. La festa sadomaso e gli incontri per feticisti dei piedi convivono, nello stesso calendario, con tè e biscotti la domenica pomeriggio. Tè e biscotti nella disco a luci rosse? Suona strano a chi non frequenta, ma gli habitués non si stupiscono: è un modo per socializzare, per conoscersi.

Per una coppia entrare in un club privé costa quanto un ingresso all’Hollywood di corso Como: 20 euro. I singoli invece pagano di più: dai 50 ai 100 euro, la cifra cambia a seconda del programma. L’ingresso è considerato una forma di anticipazione di quota associativa, ovvero il costo di iscrizione alle associazioni che gestiscono i locali, che suddividono l’intera cifra nei vari accessi.

La metropoli delle luci stroboscopiche, quella delle discoteche “tradizionali”, è invece terreno di caccia per chi cerca incontri con transessuali. Lo si scopre navigando in rete, dove gli amanti del genere si scambiano indirizzi per rimorchiare. E quando la Milano da bere spegne la musica, quella a luci rosse la riaccende.

luca.zorloni@ilgiorno.net

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