Milano, 30 ottobre 2012 – Quando è salito sul podio e ogni spettatore seduta in sala si è alzata in piedi. Sono passati 26 anni dall'ultima volta che aveva diretto la "sua" Filarmonica. Oggi Claudio Abbado è tornato a dirigere l’ensemble, che intanto compie i trent’anni. In un concerto atteso con trepidazione da tutti, dedicato a Vidas, che celebra anche un altro anniversario: il settantesimo compleanno di Daniel Barenboim, che si esibisce al pianoforte,di fianco ad Abbado.

Gli “abbadiani” avevano organizzato un tram e gonfiato palloncini per il ritorno del maestro; un appassionato ha distribuito adesivi con scritto: “Bentornato a casa, caro Maestro. Arrivederci a presto perché l’abbadomania è la più straordinaria mania che ci sia”.

In platea e nei palchi, molte le personalità. Piergaetano Marchetti, Cesare Romiti, Valentina Cortese, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, l’ex ciclista Vittorio Adorni, il presidente della Camera di Commercio Carlo Sangalli, Inge Feltrinelli, Cesare Romiti, Fabio Fazio e direttori d’orchestra come Riccardo Chailly, Gustavo Dudamel e Diego Matheuz, Carla Fracci, l'assessore alla cultura Stefano Boeri. E poi il sindaco Giuliano Pisapia accompagnato dalla moglie Cinzia Sasso. “Un regalo per Milano – ha esordito Pisapia entrando in teatro -. E' una grande emozione vedere Abbado alla Scala e Barenboim al pianoforte”.

Dieci minuti di applausi hanno salutato la fine della prima parte, con l'esecuzione del concerto numero uno in Mi minore di Chopin. Più volte il pubblico ha chiesto il ritorno in scena della coppia Abbado-Baranboim. Ma il direttore israeliano si è rivolto al pubblico spiegando: “Suonerei volentieri per voi e l'orchestra altre due o tre volte ma questa è una serata speciale e, per la Scala, è la serata del maestro Abbado. Sono felicissimo di aver potuto partecipare ma se volete un bis pensate alla festa di Mahler dopo l'intervallo”.

E la musica assoluta del maestro boemo è stata la scintilla di un nuovo amore. Tra Scala e Abbado. Tra Milano e il suo maestro. Sull'ultima nota della sesta sinfonia di Gustav Mahler, un ''grazie maestro!'' partito dal loggione ha dato il via a una lunghissima, entusiastica ovazione. Il pubblico in piedi ha applaudito a lungo e intensamente gridando ''bravo!'' mentre fiori piovevano sull'orchestra. Grida di entusiasmo per 15 minuti senza soluzioni di continuità. Innumerevoli le uscite del maestro, senza che il pubblico accennasse a lasciare la sala del Piermarini.

Ora ci si augura che passi un lasso di tempo più breve dalla prossima apparizione del maestro.