Milano, 13 ottobre 2012 - Quartieri popolari sotto scacco della ’ndrangheta. Dove si vota chi dice il boss. A Baggio, in particolare. È da lì, secondo gli investigatori, che sarebbe arrivata la messe di preferenze per il candidato Domenico Zambetti, rieletto nel 2010 al Pirellone e inserito in Giunta come assessore alla Casa. Già, la casa. Cioè l’Aler, l’agenzia regionale per gli edifici popolari. E proprio da alcuni inquilini dei casermoni di periferia (approfondimenti su viale Sarca e Barona) potrebbe essere arrivata un’ulteriore spinta all’esponente pidiellino arrestato tre giorni fa. In tutto, Zambetti ha preso in città 4.428 preferenze. Più della metà, stando alle indagini, sarebbero state procurate dal sondaggista Ambrogio Crespi, anche lui in manette.

Ne parla Eugenio Costantino in un’intercettazione ambientale: «Che i voti a Milano li ha fatto prendere, 2.500 voti a Milano, già va bè là abbiamo lavorato tre mesi o no?». E ancora, «Ambrogio ha gli amici suoi. Ambrogio ha amici intimi tra calabresi, siciliani e napoletani (...). L’altra volta, se non era per lui, dove li prendevamo i voti...». I legami tra Crespi e la malavita sono confermati, scrivono i pm, dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Luigi Cicalese, trafficante di droga e rapinatore preso nel 2007. Il primo incontro risale al 2004: dopo aver stretto amicizia, Ambrogio vuole “protezione” da Cicalese «in cambio di una serie di lavori di ristrutturazione per la sua impresa edile».

Secondo il pentito, «ritenuto attendibile in diversi provvedimenti giudiziari», Crespi avrebbe chiesto voti «ad alcune famiglie potenti napoletane» già per le politiche del 2006, quando sponsorizzava la campagna elettorale di Bobo Craxi. Circostanza che, ragionano i magistrati, combacia con le frasi di Costantino sulle Regionali 2010: «Il napoletano, solo quello, 1.500 voti li gestisce, hanno 10-12 grossi condomini a Milano che dirigono loro, poi c’è un altro napoletano che hanno i locali a Milano, quelli 400-500 voti li porta solo loro». Non basta. «So che prima di conoscere me — continua Cicalese — Crespi si vedeva spesso con il figlio di Pepè Onorato (boss condannato in secondo grado a 25 anni di carcere, ndr), Massimo». I rapporti tra i due tornano pure nell’inchiesta sull’omicidio di un buttafuori di corso Como, Fredreric Ekoule Soppo, avvenuto il 19 febbraio 2002: ai tempi, Crespi fu indagato come mandante dell’omicidio. Accusa poi archiviata.

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