Milano, 31 agosto 2012 - Si è spento nel pomeriggio di venerdì all'Aloisianum di Gallarate intorno alle 16 il cardinal Carlo Maria Martini. Il primo a comunicarlo è stato il cardinale Angelo Scola.

La salma del cardinale Martini entrerà in Duomo sabato 1 settembre alle 12. Da quel momento sarà possibile renderle omaggio fino ai funerali, che avverranno lunedì 3, giorno di lutto cittadino, alle 16. Per quell'ora, il Comune di Milano ha invitato la cittadinanza a osservare un minuto di silenzio. A quanto si apprende, sarà presente in cattedrale anche il presidente del Consiglio, Mario Monti.

Dopo il rito funebre il cardinale, secondo le sue ultime volontà, sarà sepolto nel Duomo di Milano. Al termine della funzione religiosa, quindi, il corpo del cardinal Martini sarà inumato in una tomba vuota posta sulla fiancata sinistra del Duomo guardando l'altare Maggiore ai piedi dell'altare della Croce di San Carlo Borromeo. Così desiderava lo stesso cardinale, come riferito nello scorso giugno all'arciprete del Duomo, don Luigi Manganini. L'inumazione avverra' in forma privata alla presenza dell'arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, del collegio espiscopale, dei familiari e del Capitolo della cattedrale.

LE ULTIME ORE - Circa trecento fedeli hanno partecipato alla Messa per Martini nella chiesa Sacro Cuore del collegio Aloisianeum di Gallarate (Varese), dove oggi e' morto il religioso. Una cerimonia intima e raccolta, celebrata dal padre gesuita Nicola Gai, alla quale hanno partecipato i sacerdoti gesuiti del collegio che sono stati vicini al cardinale negli ultimi anni di vita.

Il brano letto durante la Messa era tratto dal Vangelo secondo Matteo, pronunciato questa mattina davanti al cardinale quando, secondo chi gli era vicino, ''sembrava agli ultimi momenti della sua vita''. ''Ieri mattina ha celebrato l'Eucarestia - ha spiegato durante la cerimonia il superiore del collegio padre Cesare Bosatra - le sue ultime parole intellegibili sono state 'la Messa e' finita, andate in pace', che concludono la liturgia di una vita spesa al sevizio della chiesa e dell'umanita', trovando nella fede forza e consolazione'. Le visite di amici e parenti sono iniziate sin dal mattino. Cesare Bosatra, dopo una visita, aveva osservato che ''il cardinale si sta indebolendo ma fino a ieri e' stato lucidissimo, sostenuto dalla sua fede''.

SABATO, IL PROGRAMMA - Ad accogliere la salma di Martini in cattedrale alle 12 ci sarà Angelo Scola, insieme al consiglio episcopale e al capitolo della cattedrale. Qui resterà esposta per l'ultimo saluto dei fedeli. In segno di lutto sono sospese le visite alla cattedrale e alle terrazze. Alle ore 8.30 si celebrera' in Duomo una messa di suffragio aperta a tutti i fedeli. Alle ore 9 il Duomo verra' chiuso per riaprire alle ore 12. Dopo una breve sosta sul sagrato sarà deposta nella navata centrale davanti all'altare maggiore.

Per tutto il pomeriggio, la sera e la notte la camera ardente rimarra' aperta. In via eccezionale, infatti, la cattedrale restera' aperta in una prolungata e guidata veglia di preghiera e canti. Durante le Sante Messe di sabato 1 settembre alle ore 17; domenica 2 settembre alle ore 7, ore 8, ore 9.30, ore 11, ore 12.30, ore 17.30 e durante i vespri delle ore 16 e il rosario delle 17, sara' possibile entrare in cattedrale solo per la celebrazione.

IL PAPA - "Appresa con tristezza'' la notizia della morte del cardinal Martini ''dopo lunga infermita', vissuta con animo sereno e con fiducioso abbandono alla volonta' del Signore'', Benedetto XVI esprime la sua ''profonda partecipazione al dolore'' per la scomparsa ''di questo caro fratello che ha servito generosamente il Vangelo e la Chiesa''. Ricordando l'impegno apostolico del cardinale, Martini aggiunge: ''Elevo fervide preghiere al Signore affinche', per intercessione della Beata Vergine Maria, accolga questo suo fedele servitore e insigne pastore nella celeste Gerusalemme'', conclude Benedetto XVI, ''di cuore'' impartendo ''a quanti ne piangono la scomparsa la confortatrice benedizione apostolica''. Il pontefice era stato informato giovedì sera sull'aggravamento delle condizioni di salute del cardinale Carlo Maria Martini e da allora ha seguito la situazione da vicino, nella preghiera.

L'ARCIVESCOVO SCOLA - Fino all'ultimo momento il cardinal Martini è stato di conforto a chi lo ha accompagnato verso gli ultimi giorni di vita: "Ho avuto la possibilita' di un ultimo lungo colloquio con lui sabato scorso, da cui ho ricavato sostegno e aiuto per questo delicato ministero - ha rivelato il cardinale Angelo Scola -. Sono certo che ora il cardinal Martini accompagna dall'alto la Chiesa milanese e tutti gli abitanti di questa nostra grande arcidiocesi. Mi auguro che tutti noi possiamo vivere con fede questo momento di passaggio del cardinal Martini, testimone di una vita offerta e donata a Dio secondo una varieta' di forme: intellettuale, grande biblista, rettore di universita' e pastore''.

Scola ha poi ricordato l'apertura di Martini alle istanze del mondo moderno, ''uno degli aspetti che hanno contraddistinto il suo ministero milanese e di cui tutti gli daranno atto". In piu', ne ha apprezzato la volonta' di dialogo anche con atei ed agnostici: "Perché la parola di Dio è rivolta a tutti". Appresa la notizia del decesso di Martini, l'arcivescovo di Milano e il Consiglio episcopale milanese si sono raccolti in preghiera. "Grati a Dio per il dono della sua persona e del suo lungo ministero - si legge in una nota della Diocesi -, invitano tutti, famiglie, comunità parrocchiali e religiose a intensificare la preghiera".

IL SUO MEDICO: "NO ALL'ACCANIMENTO TERAPEUTICO" - Questa mattina il suo neuorologo Gianni Pezzoli, che da anni lo aveva in cura aveva riferito all'Adnkronos Salute che Martini «è purtroppo entrato in fase terminale». «Dopo un'ultima crisi cominciata a metà agosto - spiega lo specialista - , non è più stato in grado di deglutire né cibi solidi né liquidi. Ma è rimasto lucido fino all'ultimo e ha rifiutato ogni forma di accanimento terapeutico».

"Il cardinal Martini soffre di Parkinson da tanto tempo, circa 16 anni, e ha sempre dichiarato la sua malattia", ricordava Pezzoli, responsabile del Centro per la malattia di Parkinson e i disturbi del movimento degli Istituti clinici di perfezionamento (Icp) di Milano. Il neurologo, cofondatore e presidente dell'Associazione italiana parkinsoniani (Aip), ha seguito l'arcivescovo emerito "negli ultimi 10 anni" e l'aveva visto anche questa mattina.

Nel 2002 il cardinal Martini aveva scelto di vivere a Gerusalemme ed è tornato in Italia nel 2008 "per complicanze non necessariamente legate alla sua patologia. Va infatti considerata anche l'età anagrafica", precisa Pezzoli. "Fino al rientro in Italia le sue condizioni sono rimaste discrete, ma il cardinale ha cercato di vivere una vita normale fino all'ultimo, praticamente fino all'ultima crisi".

"Dopo un episodio di disfagia acuta - continuava il neurologo - il cardinal Martini non è più stato in grado di deglutire nulla ed è stato sottoposto a terapia parenterale idratante. Ma non ha voluto alcun altro ausilio: né la Peg, il tubicino per l'alimentazione artificiale che viene inserito nell'addome, né il sondino naso-gastrico".

"Una persona straordinaria. Un testimonial di riferimento per tutti i pazienti con il Parkinson, per la forza che ha dimostrato di fronte alla malattia. Non si è mai arresto", spiegava il neurologo. "Pensare positivo è il suo motto e il suo messaggio più grande". "Anche quando si trovava in condizioni veramente difficili, il cardinal Martini a sempre cercato di vivere una vita normale, mantenendo contatti costanti con tutti quelli che lo andavano a trovare".

Il cardinal Martini "non ha mai cercato di nascondere la sua malattia, anzi l'ha sempre dichiarata con grande coraggio", aveva ribadito Pezzoli. "Ha partecipato a svariati convegni sul Parkinson, durante i quali ha sempre risposto alle domande dei pazienti.Per noi è stato ed è un onore poterlo seguire", affermava il medico.