Milano, 25 luglio 2012 - Avviso di garanzia per Roberto Formigoni nell’ambito dell’inchiesta sulla Fondazione Maugeri. Le accuse sono corruzione e finanziamento illecito. La Procura di Milano ha notificato al presidente della Regione Lombardia un invito a comparire sabato 28 luglio davanti ai pm. L'accusa è corruzione aggravata dalla transnazionalità in concorso con Pierangelo Daccò, Umberto Maugeri, Costantino Passerino e Antonio Simone per fatti commessi a Milano e all'estero dal 2001 al mese di novembre del 2011. La cifra del reato contestata dai magistrati milanesi si aggira attorno agli 8 milioni e mezzo. Il presidente della Regione Lombardia è indagato dal 14 giugno: la sua iscrizione è stata dissecretata oggi. Formigoni ha iniziato alle 18 una conferenza in diretta streaming sul suo sito.

"RESTO AL MIO POSTO" - "Non mi dimetto perché i fatti che mi vengono contestati sono falsi dall'inizio alla fine. Se mi rinviano a giudizio andra' a finire che vincero' 12 a 0. Mi hanno già mandato a processo 11 volte e sono stato sempre assolto". Così ha replicato Formigoni alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa. "Non mi dimetto perché rispetto la legge molto di più di quelli che ritengono che un'informazione di garanzia a tutela dell'indagato possa provocare la caduta della Regione Lombardia. L'avviso è infondato e insussistente", ha aggiunto. Formigoni ha sottolineato di non aver trovato alcun elemento riconducibile alla corruzione, dalla lettura delle carte: "Tutto qua - ha domandato -? Ho letto le carte, le ho rilette, non c'è una novità. Avevo letto già tutto negli articoli di giornali: i soliti episodi da me già definiti falsi gravemente deformati. Non è reato eventualmente essere stato ospite a una cena insieme ad altre 50 persone, o per qualche weekend".

"La Regione Lombardia non ha mai potuto esercitare attività di controllo ne' ha mai avuto alcun potere di vigilare i bilanci delle fondazioni private, la corruzione non c'è - ha ribadito -. Maugeri e San Raffaele non hanno mai ricevuto nessunissimo vantaggio. E non un euro di denaro pubblico e' stato buttato via", ha assicurato: "Sono tranquillo, sicuro di me stesso e della correttezza di quello che ho fatto. Parlerò con i magistrati, magari non sabato in un giorno compatibile con gli impegni di tutti".

LA VICENDA - L'inchiesta sulla Fondazione Maugeri ruota intorno a 70 milioni di euro che si presume siano stati distratti dai 200 totali di rimborso concessi al polo privato ospedaliero privato fra il 2001 e il 2011. La distrazione sarebbe avvenuta in favore del consulente e mediatore Pierangelo Dacco'. Questi soldi sarebbero stati usati per creare fondi neri, dai quali l'uomo d'affari avrebbe attinto per pagare alcuni "benefit" concessi a Formigoni, come vacanze, cene e soggiorni per una cifra di 8,5 milioni. Tra le utilità concesse vi sarebbe anche un super-sconto per l'acquisto di una villa da parte di un amico di Comunione e Liberazione di Formigoni. In cambio, ipotizzano gli inquirenti, nello stesso arco di tempo la Regione Lombardia avrebbe fatto una quindicina di delibere in favore della Fondazione Maugeri, facendo aumentare i rimborsi a suo favore per le funzioni "non tariffabili". Rimborsi, cioe', che sono stati concessi in via discrezionale dal Pirellone.

Non è finita. Tra i benefici che avrebbe ricavato il presidente lombardo, vi sarebbe anche il mezzo milione di euro che gli e' stato versato da Dacco' per sostenere le spese elettorali nelle amministrative del 2010. Un'ipotesi, questa, di finanziamento illecito, che viene 'assorbita' nel reato piu' grave di corruzione aggravato dalla  transnazionalita'. Formigoni, resta inoltre indagato per un'altra ipotesi di finanziamento illecito ai partiti, che pero' non gli e' contestata nell'invito a comparire. 

SEL E RIFONDAZIONE: "FORMIGONI VADA VIA" - "L'avviso di garanzia ricevuto da Roberto Formigoni mostra con l'evidenza dei fatti che, in questi mesi, non era lui a essere diffamato, ma, semmai, che lui e' un corrotto". E' quanto sostiene il capogruppo di Sinistra ecologia e liberta' in Consiglio regionale lombardo, Chiara Cremonesi, che torna a chiedere le dimissioni del presidente della Regione. Richiesta avanzata anche dal segretario nazionale di Rifondazione comunista - Federazione della Sinistra, Paolo Ferrero.

"L'avviso di garanzia a Formigoni e' solo l'ultimo episodio di una situazione insostenibile in Regione Lombardia - scrive Ferrero, in una nota -: si vada subito a elezioni, i cittadini lombardi hanno diritto ad avere rappresentanti degni, basta con quest'assemblea piena di indagati e condannati. Formigoni si dimetta e la Lombardia torni alle urne". "Il punto non e', cosi' come non lo era prima, la ricezione dell'avviso di garanzia in se'", continua la Cremonesi, "ma era e rimane il sistema criminogeno creato in 20 anni da Formigoni e dalla Lega all'interno della sanita' lombarda". "Spetterà alla magistratura appurare le responsabilita' penali", conclude l'esponente di Sel, "ma sono ormai chiare a tutti, compresa la sua stessa maggioranza che in questi giorni chiede un ritorno a una sanita' maggiormente pubblica, le responsabilita' politiche del Presidente di Regione Lombardia. E' quindi sempre piu' chiara la necessita' di sue dimissioni".