Milano, 20 luglio 2012 - Si è concluso con 13 condanne a pene fino a 24 anni di reclusione il processo a carico di 14 degli imputati arrestati tra il primo luglio e il 27 settembre 2010 in due operazioni che hanno smantellato il clan calabrese dei Valle-Lampada, radicato a Vigevano fin dagli anni Settanta. Gli imputati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata all’estorsione, usura, intestazione abusiva di beni e attività finanziaria abusiva.

Il collegio della settima sezione penale presieduto dal giudice Michele Montingelli ha inflitto la pena più alta, 24 anni di carcere, a Francesco Valle, patriarca 74enne del clan; e al figlio Fortunato Valle. A entrambi ha assegnato la misura di sicurezza di 3 anni di casa lavoro a pena espiata e li ha dichiarati “delinquenti abituali”.
Inflitti inoltre 15 anni e mezzo di reclusione più 2 anni di libertà vigilata a pena espiata all’altra figlia, Angela Valle, e 7 anni alla nipote Maria.  
 

L'EX GIP DI PALMI - La Dda di Milano ha chiesto una condanna a 4 anni di reclusione per Giancarlo Giusti, l’ex gip del Tribunale di Palmi, arrestato lo scorso marzo per corruzione aggravata dalla finalita’ mafiosa in uno dei ‘filoni’ dell’inchiesta sulla cosca dei Valle-Lampada. I pm milanesi, nel corso del processo con rito abbreviato davanti al gup Alessandra Simion, hanno chiesto anche la condanna a 4 anni e 6 mesi per l’avvocato Vincenzo Minasi che, secondo l’accusa, era uno dei rappresentanti della cosiddetta ‘zona grigia’ della ‘ndrangheta.
 

Stando alle indagini del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dei pm Paolo Storari e Alessandra Dolci, Giusti - 45 anni, dal 2001 giudice delle esecuzioni immobiliari a Reggio Calabria, dal 2010 gip a Palmi e poi sospeso dal Csm con l’arresto - sarebbe stato a ‘libro paga’ della ‘ndrangheta. La mafia calabrese dei Lampada, secondo l’accusa, oltre ad offrirgli ‘’affari’’, avrebbe appagato quella che nell’ordinanza di custodia cautelare del gip Gennari era stata definita una vera e propria ‘’ossessione per il sesso’’, facendogli trovare ‘’prostitute’’ in alberghi di lusso milanesi, con le spese di soggiorno e di viaggio comprese nel prezzo della corruzione