Milano, 7 luglio 2012 - Fa discutere la vicenda milanese del neonato abbandonato venerdì nella 'Culla della Vita', la riedizione della 'Ruota degli Esposti' installata nel 2007 alla clinica Mangiagalli di Milano. Da quando è entrata in funzione, è la prima volta che qualcuno la utilizza per lasciarci un piccolino. Il direttore medico di presidio dell'ospedale Mangiagalli, Basilio Tiso, ha dato gli ultimi aggiornamenti: "Ora l’obiettivo è far crescere Mario, perchè è nato prematuro e pesa solo 1,7 chili. Per questo dovrà restare con noi in ospedale per almeno altre 2-3 settimane”. E continua: "E’ leggermente itterico e dovrà andare sotto la lampada. Lunedi’ o martedi’, con i risultati degli esami alla mano, potremo esprimerci meglio sul suo stato di salute e su quanto tempo dovra’ restare nelle mani dei medici”. Per il piccolo si e’ mobilitata “tutta l’equipe dell’ospedale al completo”.

La storia del piccolo Mario è  finita sotto i riflettori dei media perchè è la prima volta che questa versione ultratecnologica dell'antica 'ruota degli esposti' è stata usata.  "Ma in realta' - sottolinea sempre il direttore medico di presidio - di neonati non riconosciuti a Milano ne contiamo in tutto circa 20 l'anno. Nel nostro reparto vengono lasciati in media in un anno circa 6 bimbi dalle mamme subito dopo il parto. Si va dai 4 agli 8, a seconda degli anni. E' una possibilita' prevista dalla legge, proprio per evitare abbandoni drammatici, a tutela delle nuove vite".

"UNA CULLA HIGH-TECH" -  C'è un cono d’ombra, al riparo dall’occhio indiscreto delle telecamere, superato un ingresso più appartato per raggiungere l’ospedale Mangiagalli di Milano, dove la luce illumina solo una piccola saracinesca; qui si trova la ‘culla per la vita’. Si tratta di un sistema hi-tech che mette il bebe’ abbandonato subito al sicuro. Ci tengono a precisarlo i medici della struttura: “Non e’ una ‘ruota degli esposti’, e’ molto di piu’”, assicura il direttore medico di presidio Basilio Tiso.

La mamma che sceglie di lasciare il suo bebe’ deve solo schiacciare un pulsante. La saracinesca si alza e c’e’ una moderna incubatrice dove riporre il neonato, al caldo. La temperatura e’ di 37 gradi. Il tempo di permettere alla mamma di allontanarsi e la saracinesca si chiude per sempre (automaticamente anche l’incubatrice). E scatta l’allarme, come quello avvertito ieri alle 18.26. Lo sentono in portineria, nella neonatologia e nella direzione sanitaria.

All’interno del sistema c’e’ anche una telecamera a circuito chiuso, fissa sul bambino, che permette di monitorare ‘l’ospite’ fino all’arrivo di un medico e di un’infermiere. Il personale sposta il bebe’ in un’altra incubatrice (trasportabile e anche questa di ultima generazione) che si trova immediatamente accanto. In uno zainetto c’e’ tutto quello che serve per il primo soccorso del neonato.

Prestate le cure del caso, il piccolo e’ pronto per il trasporto in reparto.  “La struttura l’abbiamo realizzata noi, abbiamo acquistato l’attrezzatura e creato un sistema per garantire la massima sicurezza al bambino e il totale anonimato a chi sceglie di abbandonarlo”, spiega Tiso. “In tutto sono stati spesi intorno ai 20 mila euro. Fondi messi a disposizione da un’associazione di volontariato”, ‘Venti Moderati’, fondata dall’imprenditore Ferdinando Acunzo. 

RICHIESTE DI ADOZIONE DA TUTTA ITALIA - Da questa mattina il centralino e il telefono della direzione sanitaria della Mangiagalli di Milano sono presi d'assalto: una marea di telefonate, soprattutto dal Sud Italia, per chiedere di poter adottare Mario. Molte anche le telefonate per donare giochi, tutine e quant'altro serve al bimbo.  Da quanto e' stato spiegato, nell'ospedale di via della Commenda sono arrivate decine di chiamate da Napoli, Foggia, Bari, dalla Sicilia, addirittura da San Marino oltre che, ovviamente, dalla Lombardia. Tutti per avere informazioni sul neonato abbandonato e a chiedere di poterlo adottare. E la risposta al momento e' sempre la stessa: ''Per l'adozione decidera' il Tribunale dei Minori''.

DON MAZZI: "TORNATI AL MEDIOEVO" - “Siamo tornati al Medioevo”. Questo il primo commento a caldo di don Antonio Mazzi. “Abbiamo creato alberghi per cani e gatti, abbiamo cliniche specializzate per animali sottolinea don Mazzi - ma non abbiamo un posto per i bambini”. “Certo - osserva il fondatore di Exodus - meglio averlo lasciato li’ piuttosto che abbandonarlo in un cassonetto dei rifiuti ma non e’ per questo che dobbiamo essere contenti. E’ il segno dei tempi, questo ci deve far riflettere”.  E devono riflettere, secondo don Mazzi, soprattutto i cattolici “che la devono smettere di parlare di famiglia senza creare i presupposti per i giovani per crearsene una: occorre iniziare a parlare seriamente di assegni famigliari, di affitti calmierati, di part time per mamme. Certamente questa società, e Milano in particolare, non e’ a misura di bambino".

BOSCAGLI: "QUESTO CASO FARA' CONOSCERE LA RUOTA" - “Il fatto che sia il primo caso dal 2007 ci fa un po’ riflettere, ma sono sicuro che questo caso contribuirà a far conoscere una possibilita’ in piu’ che viene data a una madre che rinuncia al suo bambino”. Queste le parole dell’assessore lombardo alla Famiglia, Giulio Boscagli. Se la ‘culla per la vita’ “non e’ sufficientemente conosciuta”, l’assessore regionale sottolinea che “in molti casi i piccoli vengono lasciati nel reparto subito dopo essere stati messi al mondo”. 

CAVALLO: "ABBANDONO E' SCELTA RESPONSABILE" - L’abbandono di un neonato nella ruota degli esposti alla clinica Mangiagalli di Milano non sorprende Melita Cavallo, presidente del Tribunale di minori di Roma, quotidianamente impegnata in casi di affidamento di bambini abbandonati. Dice il magistrato: “Nelle grandi metropoli l’abbandonoè’ ormai una routine. Ma quando abbiamo a che fare con casi di grande precarieta’ sociale e morale, la scelta dell’abbandono va vista come una scelta responsabile. E’ il modo per evitare che il figlio finisca nel baratro, concedendogli la possibilita’ di trovare una nuova famiglia che gli dia amore, soprattutto nelle grandi citta’ dove l’immigrazione raggiunge livelli altissimi".

 LEGA NORD: "SI' A MODERNE RUOTE DEGLI INNOCENTI" - Una 'ruota degli innocenti' in chiave moderna per salvare i neonati abbandonati, senza incorrere nel reato di abbandono di minori. E' la proposta della Lega Nord, che con un disegno di legge presentato a palazzo Madama, primo firmatario Massimo Garavaglia, chiede il ritorno del meccanismo che si fa risalire a papa Innocenzo III, nel 1198, che consentiva alle madri non in grado di allevare i figli appena nati di affidarli alla Chiesa in assoluto anonimato. Un'iniziativa, quella del Carroccio, che giace a palazzo Madama gia' da tempo, ma che torna d'attualita' dopo la notizia del ritrovamento del neonato alla Mangiagalli.

TELEFONO AZZURRO: "SIA DA MONITO" - "Un gesto di disperazione che e' un grido d'aiuto e, allo stesso tempo, monito per tutti noi: dalle istituzioni alla societa' civile". Cosi' Ernesto Caffo, presidente di Sos di Telefono Azzurro Onlus, commenta la notizia. E aggiunge: "Tutti, dal mondo politico, a quello istituzionale e associazionistico abbiamo una grande responsabilita': lavorare perche', soprattutto in un'epoca storica di grande incertezza economica, non siano le famiglie a pagare il prezzo della crisi e non siano, ancora una volta, bambini e adolescenti i piu' colpiti. Il rigore deve essere accompagnato alla crescita e la crescita di un Paese, a sua volta, si misura nel sostegno che si da' alle famiglie e alle nuove generazioni".