Milano, 5 luglio 2012 - Addio provincia di Milano dal 1° giugno 2013, la data di nascita della città metropolitana. Non solo. Le Province di Lodi e Lecco saranno soppresse e riaccorpate nelle nove Province sopravvissute ai tagli voluti dal Governo. In Lombardia sono queste le ricadute istituzionali più probabili del decreto sulla spending review che il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare venerdì.

Ma ripartiamo dall’inizio. Nella bozza del decreto è già messo nero su bianco che «le Province di Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria sono soppresse alla data del 1° giugno 2013, con contestuale istituzione delle relative città metropolitane». Meno di un anno alla cancellazione di dieci province. Un’accelerazione inaspettata anche per Milano, dove il sindaco Giuliano Pisapia e il presidente della Provincia Guido Podestà hanno già lanciato il comitato per la città metropolitana. Ma il termine per concludere l’operazione era fissato più avanti: nel 2014 (scadenza del mandato elettorale della Provincia) o più probabilmente nel 2016 (scadenza del mandato del Comune).

I tempi si accorciano. Podestà auspica: «Si segua il modello della Grande Milano». Il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dapei, coordinatore dei numeri uno delle assemblee provinciali, commenta: «Non mi pare che il Governo parta con il piede giusto. Prima ha annunciato l’abolizione delle Province, ora fissa termini perentori per le città metropolitane. Milano ha bisogno di una soluzione che tuteli la rappresentanza democratica dei cittadini di tutta la provincia».

Intanto anche le altre 11 Province lombarde tuttora esistenti (Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese) devono fare i conti con i tre requisiti minimi fissati dal Governo per la sopravvivenza dell’ente territoriale: 350 mila abitanti, 3 mila chilometri quadrati e 50 Comuni.

L’ipotesi più probabile resta quella che sostiene che per evitare la soppressione le singole province debbano avere almeno due requisiti su tre. Se il decreto lo confermerà, non ci sarà scampo per due Province lombarde, Lodi e Lecco, istituite 20 anni fa dalla scissione rispettivamente da Milano e Como. Sì, perché la Provincia di Lodi ha 229 mila abitanti e 782 chilometri quadrati di superficie e quella di Lecco 340 mila abitanti e 816 chilometri quadrati. L’ipotesi più drastica, invece, prevede che per sopravvivere le Province debbano rispettare tutte e tre i requisiti. «In questo caso — fa notare Dario Rigamonti, direttore dell’Unione province lombarde — solo la Provincia di Brescia eviterebbe l’accorpamento». Come dire: si scrive accorpamento, si legge soppressione.

massimiliano.mingoia@ilgiorno.net