Milano, 24 febbraio 2012 - L'ex vicepresidente del Consiglio regionale lombardo, Franco Nicoli Cristiani, e' stato scarcerato oggi dal gip di Milano dopo quasi tre mesi di detenzione, poiche' sono 'cadute' le esigenze cautelari. Il politico era in carcere dallo scorso 30 novembre con l'accusa di corruzione perche' avrebbe intascato una mazzetta da 100 mila euro da un imprenditore. Secondo il suo legale, l'avvocato Piergiorgio Vittorini, Nicoli Cristiani ha dato tutti i chiarimenti necessari.

Oggi Nicoli Cristiani e' stato scarcerato su decisione del gip di Milano, Elisabetta Mejer, dopo il parere favorevole del pm milanese, Paolo Filippini, e dell'aggiunto, Alfredo Probledo. L'ex vicepresidente del Consiglio regionale ha lasciato il carcere di San Vittore ed e' tornato a casa. Il suo legale ha chiarito che Nicoli Cristiani e' stato scarcerato perche' ''si e' dimesso da tutte le cariche'' ed ha reso nei giorni scorsi un interrogatorio davanti al pm nel corso del quale ''si e' difeso, fornendo tutti i chiarimenti opportuni''.

 

Il verbale dell'interrogatorio e' stato secretato. Nicoli Cristiani, secondo l'accusa, avrebbe intascato una tangente dall'imprenditore Pierluca Locatelli per accelerare le autorizzazioni per la cava di Cappella Cantone nel  cremonese, da trasformare in discarica d'amianto. Nelle scorse settimane, i pm (che avevano ricevuto per competenza il filone sulla corruzione dalla Procura di Brescia che indaga invece su un traffico di rifiuti), avevano accertato che quei 100 mila euro trovati in casa del politico non sarebbero gli stessi che gli avrebbe versato Locatelli.

Da qui l'ombra di una seconda tangente intascata, sulla quale sono in corso accertamenti. Da quanto si
e' saputo, pero', il politico si e' sempre difeso sostenendo che i soldi trovati in casa dagli investigatori non erano una tangente, ma soldi suoi.  Come ha chiarito l'avvocato Vittorini, sono stati messi a disposizione ''tutti i documenti per chiarire il quadro e Nicoli Cristiani ha fornito ampie dichiarazioni''.

 

SCARCERATI ANCHE I COINDAGATI - Sono tornati liberi anche l'imprenditore Pierluca Locatelli e l'ex funzionario dell'Arpa Giuseppe Rotondaro. Per loro, infatti il gip di Milano Elisabetta Meyer ha revocato l'ordinanza di custodia agli arresti domiciliari. Secondo l'accusa, Locatelli avrebbe versato una mazzetta da 100 mila euro a Nicoli Cristiani e Rotondaro avrebbe fatto da 'intermediario' per fare arrivare la tangente. A novembre scorso era stata arrestata anche la moglie di Rotondaro la quale pero', gia' nelle scorse settimane, era passata dai domiciliari alla liberta'.