Milano, 16 febbraio 2012 - Il governo è tecnico, ma gli errori procedurali non si riescono a evitare. Così ieri a Roma accade l’incredibile. Il Milleproroghe blocca quattro degli emendamenti approvati dalle Commissioni. E tra questi c’è anche l’11,01 proposto dal senatore del Pd Antonio Rusconi e da altri senatori lombardi che attribuiva alla Veneranda Fabbrica i quattro milioni necessari per continuare i lavori di manutenzione delle guglie del Duomo. Mentre arrivano dritti all’orchestra Verdi ben tre milioni. Sconvolto il presidente della Veneranda Fabbrica, il professor Angelo Caloia: «Siamo allibiti - dice — è sconcertante che provvedimenti così urgenti ed essenziali non vadano avanti per questioni procedurali. Ora noi riteniamo doveroso che questa posizione venga rivista e che nel più breve tempo possibile si provveda a ripristinare quanto per dieci anni ci era stato dato dallo Stato e poi è cessato negli ultimi tre anni».

L’emergenza per uno dei monumenti che fa grande l’immagine dell’Italia nel mondo, è grave e si dipana su più fronti. «C’è pericolo di crolli improvvisi — dice Caloia —. A noi mancano cinque milioni di euro ogni anno, il che significa che non solo non possiamo affrontare quella che ho definito emergenza assoluta, ossia il restauro della guglia maggiore, delle terrazze e delle 135 guglie minori, ma anche la stessa manutenzione ordinaria è ormai ridotta al lumicino. Ormai il tempo è scaduto. Speriamo che il Governo Monti, che peraltro io penso sia ben consapevole della gravità delle emergenze che caratterizzano il Duomo di Milano, sappia con il Parlamento operare a breve perché si faccia questa operazione ultranecessaria».

«Amareggiato» il senatore Rusconi, che commenta: «È vero che il Governo si è impegnato a trovare le risorse in tempi brevi in un prossimo provvedimento, ma mi auguro che venga rispettata al più presto la volontà del Parlamento di tutelare uno dei beni culturali più importanti del nostro Paese che ha necessità di interventi sulle guglie indifferibili per evitare la solita “storia italiana” del pianto del giorno dopo».
 

rossella.minotti@ilgiorno.net