Milano, 11 febbraio 2012 - Un milione di passeggeri in più sulle tre linee della metropolitana rispetto ad un anno fa. Succede a Milano, quando si confronta il numero degli ingressi ai tornelli registrato a gennaio 2012 con quello di gennaio 2011: 1 milione in più, aumento del 4%. Succede a Milano, la città che per prima in Italia sta sperimentando - dal 16 gennaio - una congestion charge sul modello londinese: si paga (5 euro) per entrare in centro con l’auto. Un dato, quello sul boom di passeggeri, dovuto anche all’entrata in vigore del pedaggio. La correlazione è provata dall’aumento degli abbonati ai mezzi pubblici (più 30% a gennaio) e dalla flessione dei titoli occasionali, ovvero i biglietti singoli (meno 9%), rincarati del 50%. Numeri che sembrano autorizzare una conclusione: Area C sta funzionando, i milanesi sembrano aver cambiato abitudini, sembrano essersi convinti a puntare sui mezzi pubblici. E Atm sta reggendo. Nonostante un potenziamento (giocoforza) modesto: sulla linea 1 della metrò si è passati da 45 a 47 treni.
 

Ma quanto potrà potrà durare l’idillio? Una domanda da porsi, tenendosi lontani da allarmismi e badando, piuttosto, ai dati del parco treni delle tre linee metropolitane. Un convoglio su 4 ha più di 40 anni. Già, perché i treni a disposizione di Atm per tutte e tre le linee sono 160. E i treni di età compresa tra i 40 e i 49 anni sono 26, quelli che hanno più di 50 anni sono 14. Quaranta treni su 160 risalgono a più di 40 anni fa: 1 su 4. Secondo «Nova», società di analisi e consulenza, l’affidabilità cala quando un treno raggiunge i 30-35 anni di vita. Allora - pur rimanendo alti gli standard di sicurezza - possono moltiplicarsi gli interventi di manutenzione per scongiurare quegli imprevisti che creano ritardi e blocchi della circolazione. Il dato sull’anzianità del parco mezzi è anche peggiore se si pensa che il problema è limitato alle linee 1 e 2 della metropolitana. Bene, il parco dei treni in uso sulle due linee ammonta a 130 convogli.

E la percentuale scende: ha più di 40 anni 1 treno su 3 tra quelli a disposizione. Il rinnovo dei mezzi serve come il pane se non si vuol rompere l’idillio tra i milanesi e i mezzi pubblici. E questo significa che servono fondi. I tagli al trasporto pubblico locale, decisi dal governo, si sono fatti sentire al punto che l’assessore Pierfrancesco Maran, in un convengo alla Camera del Lavoro, ha proposto a Palazzo Chigi di dirottare su Milano gli stanziamenti previsti per il ponte sullo stretto di Messina, ora derubricato. «Servono — dice ora Maran — 300 milioni di euro. Fondi che dovremo trovare in altri modi, se il governo non aiuta». Durante lo stesso convegno Bruno Rota, presidente di Atm, aveva dichiarato: «Ogni nuovo treno costa 8-9 milioni, impossibile rinnovare il trasporto pubblico solo coi 30 milioni di introiti previsti da Area C». L’aumento degli abbonamenti ha per ora fatto incassare al Comune 4.4 milioni. Buoni per mezzo treno in più. Milano batte cassa.
 

giambattista.anastasio@ilgiorno.net