Milano, 30 gennaio 2012 -«Chi evade sbaglia e fa peccato, ma se lo fa per sopravvivere a uno Stato ladro e per salvare lavoro e famiglia, allora viva il peccatore!». Non ha nessun timore, Matteo Salvini, di incitare all’evasione il suo popolo. D’altronde trova vasta e soddisfatta eco, da «Finché c’è evasione c’è speranza», a «Controlli sì, ma anche sotto il Po per favore». La Lega Nord trova ulteriori motivi per censurare il governo Monti, e non deve neanche andare troppo lontano: «Basterebbe andare nella Chinatown milanese — insiste il capogruppo leghista in Comune Salvini — che è un centro di merce contraffatta e rubata, lì si troverebbero centinaia di milioni di euro di merce evasa, di lavoratori in nero. È più comodo andare a controllare il macellaio e il panettiere italiano perché quelli pagano, da altre parti si prendono le bastonate. Non provo simpatia per queste operazioni paramilitari».

Ma è tutto il Carroccio milanese che si sbilancia sulla vicenda del blitz. C’è chi lo fa in maniera più soft, come l’assessore provinciale alla Sicurezza Stefano Bolognini: «Per carità, niente da ridire sui controlli. Ma ogni tanto bisognerebbe controllare anche kebab, negozi etnici, phone center, parrucchieri e centri estetici cinesi...». «La guerra contro il Nord manda a dire su Facebook il segretario provinciale Igor Iezzi. «Quattrocento agenti per fare 120 controlli a Milano: l’esercito fiscale colpisce i piccoli.

Finché non sentirò di quattrocento agenti in una sede di banca dirò che il governo Monti è una dittatura» insiste il consigliere comunale del Carroccio Alessandro Morelli. Ha gioco facile, la Lega, nel trasformare i controlli antievasione in persecuzione, accanimento del governo centrista contro il Nord. Ma anche il Pdl trova motivi per una provvisoria alleanza contro i controlli. «Saremmo curiosi di sapere chi controlla gli scontrini dei 400 e passa centri massaggi cinesi, e se gli stessi controlli vengono estesi anche a tutte le attività di carattere etnico dove abbonda, come sanno anche i muri di Milano, il lavoro nero a piene mani» commenta Riccardo De Corato, mentre il capogruppo Carlo Masseroli dice: «Sono dalla parte dei negozianti onesti, ma basta al tutti contro tutti».