Milano, 26 ottobre 2011 - C’è un pezzo di storia di Milano in cerca d’eredi dietro piazza San Luigi. Cartoleria Tipografia «Fratelli Bonvini», anni 102, bottega storica dalla prima tornata, nel 2006, spiega orgogliosa Giovanna Cambieri. Suo nonno Costante Bonvini l’aprì il 9 luglio del 1909, ed è ancora così la tipografia dove le ditte del circondario stampavano «tutto quel che oggi si fa col computer». Una «pedalina» di fine ’800, una «Imperia» a caratteri di legno e una «Heidelberg» elettrica, circondate dalle cassettiere coi tipi per la composizione: hanno lavorato fino alla scorsa estate, stampe speciali per bomboniere e biglietti d’auguri, ché «a piombo sono un’altra cosa».

 

Soprattutto se li scrive Luigi Cambieri, il papà di Giovanna, che ha un’abilità speciale ad ascoltare le confessioni della gente e trasformarle in pensieri. Migliaia e migliaia di compleanni, cresime, ringraziamenti. La titolare era Leila Bonvini, sua moglie, la mamma di Giovanna. È mancata il 16 luglio, e da allora la serranda non s’è alzata più. Motivi famigliari, un po’ burocratici e molto personali: «Era diventato pesante, in tutti i sensi. Abbiamo deciso che la nostra attività finiva con la mamma. Non siamo falliti». Non ce ne sono molti di posti così. I gadget rosa di Hello Kitty, qui, mai entrati.

 

«Non c’azzeccano» coi pennini, le cartucce, i set da scrittura d’epoca, gli oggetti per il presepe fatti da artigiani della Toscana e del Lazio, il taccuino su misura per la custodia in cuoio scovata chissà dove. «Risolviamo problemi - sorride Giovanna -. I clienti ci chiedono di non mollare». Lei è angosciata dall’idea che «finisca tutto al macero». Si sono interessati il Museo della stampa, il presidente di Zona che ha proposto di riallestire la tipografia al Museo della scienza e della tecnologia, il Fai che invece vorrebbe trasformare il negozio in un museo. E lei? «Vorrei qualcuno che la facesse restare una cartoleria».

 

Ha messo un’inserzione in corso Venezia, cercasi successore. Magari piccolino e magro, perché è un pezzo unico il negozio, rimasto come lo costruì nonno Costante con le sue mani, a misura della sorella, zia Luigia, che era un po’ gobba. «Fratelli Bonvini»: metà merceria per lei, lui che «aveva passione per la fotografia, ha cominciato con un laboratorio. Fu il prete a suggerigli la cartoleria». Un inventore nonno Costante, alla fiera campionaria del 1928 portò una cartina-puzzle dell’Italia a tre strati, carta politica e sotto carta geografica; le commissionava ai carcerati di San Vittore. È del ’28 anche Luigi, 56 anni tra casa e bottega, una scala a chiocciola per fare su e giù. Perché smette? «Ho 83 anni». Il tempo stringe, «siamo in affitto, dobbiamo restituire i locali il 30 marzo», spiega Giovanna e finisce l’identikit: «Ci vuole qualcuno che conosca la merce, e gli deve piacere l’ambiente. Deve volergli un po’ di bene, come gliene abbiamo voluto noi».