Milano, 8 settembre 2011 - Filippo Penati ha comunica di non aver ricevuto “alcuna comunicazione formale dalla Procura di Monza” circa la sua nuova iscrizione per corruzione per la Milano-Serravalle. "Apprendo dalle agenzie di stampa - si legge nella nota - di essere indagato per concorso in corruzione per l’acquisto da parte della Provincia di Milano del 15% della Milano-Serravalle, avvenuto nel 2005. A questo proposito rendo noto che non ho ricevuto alcuna comunicazione formale dalla Procura di Monza". “Preciso - continua la nota - che non ho mai sentito parlare, e tanto meno partecipato, a riunioni o trattative circa eventuali sovrapprezzi per l’acquisto delle quote di Serravalle, di cui ho avuto notizia solo dalla stampa. Desidero, inoltre, ancora una volta ricordare che la documentazione del fascicolo Serravalle è a disposizione e al vaglio dei magistrati da 6 anni, in seguito all’esposto dell’allora sindaco di Milano, Gabriele Albertini”.
 

 

Una nuova tegola si abbatte sulla testa di Filippo Penati. Penati era già accusato di concussione, corruzione e finanziamento illecito ai partiti nell’ambito del filone principale dell’inchiesta dei pm di Monza, Walter Mapelli e Franca Macchia, che riguarda il giro di presunte tangenti per le aree ex Falck e Marelli di Sesto S.Giovanni. Per questi reati i pm nei giorni scorsi avevano chiesto l’arresto per l’ex presidente della Provincia di Milano, ma il gip di Monza lo ha negato riqualificando le accuse di concussione in corruzione, che per il giudice sono prescritte, e facendo cadere il reato di finanziamento illecito ai partiti. L'ex sindaco di Sesto è ora indagato per concorso in corruzione anche per il filone dell’ inchiesta dei pm di Monza che riguarda l’acquisto della Milano-Serravalle. La nuova accusa arriverebbe da una rilettura delle carte già in possesso della Procura di Monza.

 

In un interrogatorio, l’imprenditore Piero Di Caterina aveva parlato di una riunione nella quale si discusse anche di un “sovrapprezzo” da pagare a favore appunto dell’ex Presidente della Provincia e del suo ex braccio destro, Giordano Vimercati, nell’ambito dell’operazione Milano-Serravalle. Di Caterina aveva riferito ai pm di alcuni colloqui da lui avuti con Antonino Princiotta, all’epoca un dirigente della Provincia di Milano, che gli aveva raccontato di “incontri” a cui avevano partecipato Vimercati, lo stesso Princiotta, Bruno Binasco, manager del Gruppo Gavio, e un rappresentante di Banca Intesa, Maurizio Pagani.