Milano, 30 agosto 2011 - San Raffaele, a piccoli passi verso il salvataggio. Più difficile del previsto. Ieri il Cda ha esaminato il rapporto della Deloitte sulla situazione economica della Fondazione: ne è venuto fuori un aggiornamento al rialzo del passivo, lievitato da circa 900 milioni a 1,476 miliardi di euro. Secondo i consulenti, infatti, al miliardo di crediti vantati da fornitori e banche bisogna sommare altri 431 milioni: più di 250 impegnati per l’acquisto in leasing di immobili e attrezzature e oltre 90 di debiti finanziari verso società di factoring; aggiungeteci anche 50 milioni di garanzie concesse a fronte di fidejussioni, tra cui un’ipoteca da 17,5 milioni che grava su terreni e su fabbricati dell’ospedale di Salvador de Bahia, in Brasile. E ancora, crediti «a rischio di esigibilità» da società controllate, tra cui Monte Tabor Italo-Brasileiro, San Raffaele Cittadella della Carità e Joseph Foundation di Vaduz.

 


Brutte notizie anche sul patrimonio netto, che passa da +28 milioni a -210. Inoltre, i consulenti legali Franco Gianni e Alberto Alessandri hanno fatto il punto della situazione, senza tuttavia entrare nel merito dei possibili risvolti penali legati a presunti fondi occultati all’estero: «Di quello si occupa la magistratura - precisano ai piani alti del Ciborio -. Poi si agirà di conseguenza, prendendo atto dell’esito delle indagini». Assente, invece, il superconsulente Enrico Bondi. Il professor Osvaldo Barucci, managing partner< dello studio Vitale, ha affrontato il tema del concordato preventivo con i fornitori, illustrando la procedura dettata dall’articolo 160 della legge fallimentare: è questa la strada scelta dal board per bloccare l’emorragia di ingiunzioni di pagamento e lavorare con calma al rilancio dell’ospedale.

 

Confermata la creazione di una Newco, all’interno della quale confluiranno le attività del core business (assistenza sanitaria, ricerca scientifica e università): i soldi li tireranno fuori lo Ior, Vittorio Malacalza (membro del Cda) e una charity internazionale; chi metterà cosa verrà deciso solo lunedì 5 settembre, nella riunione decisiva. «I nuovi organi di governance verranno nominati da quelli che mettono i quattrini, non da altri». Insomma, un po’ di luce in fondo al tunnel, a due settimane dalla dealine imposta dalla Procura: «proposta concreta» entro il 15 del prossimo mese o fallimento.

 


Tregua armata col fondatore don Luigi Verzé, che qualche giorno fa aveva inviato una lettera di fuoco ai consiglieri d’amministrazione, accusandoli di averlo estromesso dalla stanza dei bottoni e paventando persino la revoca del Cda. I bene informati individuano nell’imprenditore della sanità Giuseppe Rotelli l’ispiratore della missiva: il numero uno del gruppo ospedaliero San Donato non ha mai abbandonato l’idea di acquisire il San Raffaele, dopo l’offerta di 250 milioni cash respinta al mittente proprio dal sacerdote. ]Ultima nota: sarà Maurizia Squinzi, dg di Kerself con un passato in Seat-Pagine gialle e Poste italiane, a sostituire Mario Valsecchi nel ruolo di direttore amministrativo; cruciale il placet delle banche più esposte.