Monza, 20 luglio 2011 - Filippo Penati, ex presidente della Provincia di Milano, sarebbe indagato per corruzione, concussione e illecito finanziamento ai partiti. L'inchiesta che lo riguarda è svolta su delega della Procura della Repubblica di Monza - i pm incaricati sono Walter Mapelli e Franca Macchia. L’inchiesta a carico del vice presidente del Consiglio regionale Filippo Penati è nata dalla denuncia dell’ex proprietario dell’area Falck Giuseppe Pasini. L'importante costruttore sestese, per cinque anni, dal 2000 al 2005, proprietario delle aree Falck nei mesi scorsi si sarebbe presentato spontaneamente alla Procura di Milano per denunciare di essere “vittima di soprusi da parte di alcune amministrazioni locali”. Il costruttore si sarebbe dichiarato concusso e avrebbe fatto il nome di Penati. Da Milano, poi, gli atti sono stati trasmessi alla Procura di Monza, competente su Sesto San Giovanni.
 

 

NIENTE PAURA. "Sono sereno. Ringrazio il mio partito per il sostegno che mi ha immediatamente manifestato. Non ho nulla da temere sono certo che tutto verrà chiarito: mi sono messo infatti a completa disposizione della procura". Filippo Penati mostra una certa tranquillità rispetto ai fatti per cui è stato indagato dai pm brianzoli. 

 

"OPERAZIONE ADE" - L’indagine, nata dal caso Santa Giulia, mira ad accertare eventuali illeciti commessi nella gestione dell’area Falck di Sesto San Giovanni, comune alle porte di Milano. In queste ore i militari del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno eseguito una serie di perquisizioni, in particolare negli uffici del Consiglio regionale e in alcune abitazioni tra Sesto e Milano. Nel corso delle perquisizioni, i finanzieri avrebbero sequestrato una gran mole di materiale cartaceo e informatico per trovare riscontri sulle presunte tangenti corrisposte, o promesse, dagli imprenditori tra il 2001 e il 2003 per agevolare il rilascio di alcune concessioni o per impostare secondo criteri di comodo il Pgt del Comune alle porte del capoluogo lombardo.

 

Secondo l’ipotesi accusatoria, sarebbero state corrisposte, o promesse, somme di denaro per agevolare il rilascio di alcune concessioni o per impostare secondo determinati criteri il Piano di Governo del Territorio. Si parla di quattro miliardi di lire di tangenti pagate tra il 2001 e il 2002. Gli indagati sarebbero una quindicina, tra cui un assessore di Sesto, Pasqualino Di Leva (Bilancio con delega ai rapporti con le aziende, con enti o società partecipate, dei progetti relativi alle risorse finanziarie e all’edilizia privata) e molti imprenditori locali. Tra i 15 indagati destinatari oggi dei decreti di perquisizione firmati dal pubblico ministero di Monza Walter Mapelli c’è anche Giordano Vimercati, tra l’altro ex capo di gabinetto della scorsa giunta provinciale guidata da Filippo Penati. In concorso con l’attuale vice presidente del Consiglio regionale Filippo Penati è indagato per concussione, corruzione e finanziamento illecito ai partiti.
 

 

VOCI DAL WEB  - Questa mattina sulla pagina Facebook di Filippo Penati sono comparsi tanti messaggi di solidarietà, stima e fiducia C'è anche qualche sostenitore deluso che muove critiche chiedendo all’esponente Pd l’autosospensione dal partito e le dimissioni da tutti gli incarichi.  A pochi minuti dall'uscita della notizia il primo commento all'insegna dell'incredulità: “Ehmmm...spero non sia vero”. Numerosi i messaggi di sostegno:“Forza Filippo...riuscirai a far passare anche questa” e “Filippo, sono certa che riuscirai a dimostrare la tua totale estraneità”, aggiunge una donna. C'è anche chi manifesta qualche dubbio“Se risulterà vero straccio la tessera”, annuncia un sostenitore al quale fa eco un altro utente “Sappi che non saresti l’unico!”. Qualcuno, pur professandosi garantista, chiede a Penati di fare un passo indietro per il bene del partito: “Garantisti sempre, ma coerenti nel chiedere al politico, di primo piano, di dimettersi perche’ l’etica politica lo impone”. “Pd, ti sei dimenticato della questione morale promossa da Berlinguer?”, commenta uno degli utenti più critici.

 

 

LE REAZIONI POLITICHE

 

GOVERNO - "Mi auguro che Penati possa rapidamente dimostrare la propria estraneirà ai fatti che gli sono stati addebitati" Queste le parole che il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni rivolge al vice presidente del Consiglio regionale Filippo Penati . “In questo momento sta parlando l’accusa -prosegue Formigoni-, verrà il momento in cui parlerà la difesa e il momento in cui un giudice terzo si pronuncerà. Fino a quel momento vale la presunzione di innocenza, come per tutti”.
 

 

"La presunzione di innocenza deve valere per tutti, amici o avversari che siano". Così Daniele Capezzone, portavoce del Pdl corre in soccorso a Filippo Penati.

 

"Il Pd non parli più di questione morale". Il segretario provinciale della Lega Nord Marco Rondini entra in tackle con l'opposizione e rilancia: "Utilizzassimo il stesso loro criterio, ossia quello di giudicare le persone prima che i processi vengano celebrati, dovremmo chiedere le sue dimissioni. Invece ci auguriamo che la magistratura svolga in tempi rapidi le indagini e accerti la verità: il dato inoppugnabile è che il centrosinistra a Sesto ha fallito".

 

"Spero che il vicepresidente Penati possa chiarire la sua posizione. Siamo ancora in un fase di indagine e, come ho sempre detto, siamo tutti innocenti fino a prova contraria". Anche Davide Boni, presidente del Consiglio lombardo, si esprime sulle indagini relative a Filippo Penati: "Chiedere le dimissioni? E' un'ooportunità, ma è una questione totalmente personale".

 

Guido Podestà, presidente della Provincia di Milano, non presta il fianco a polemiche: "Il garantismo impresso nel mio Dna non può procedere a giorni alterni e secondo il colore politico. Attendo che tutti possano fare chiarezza sul proprio operato".

 

L'OPPOSIZIONE - La parola passa al sindaco di Sesto San Giovanni, Giorgio Oldrini: "Abbiamo appreso con grande dolore che sono in corso due inchieste che riguardano la nostra citta’, quella su vicende che sarebbero avvenute tra il 2001 e il 2002 per quanto riguarda le aree ex Falck e che avrebbero portato all’invio di un avviso di garanzia all’ex sindaco Filippo Penati e altre che riguardano l’avviso di garanzia inviato all’assessore Pasqualino Di Leva per vicende legate a concessioni edilizie negli anni 2004-2008".

 

"Non ne so nulla". Il portavoce del vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia è stato il primo a parlare in mattinata, ma non si sbilancia sulle prime indiscrezioni.

 

"Auspichiamo che Penati faccia un passo indietro e si dimetta dall’incarico di vice presidente del Consiglio regionale lombardo". Questa è la speranza di Gabriele Sola, vice capogruppo regionale dell’Italia dei Valori. "Oggi più che mai, è importante che la politica dia segnali forti di etica, trasparenza e senso di responsabilità. Per questo è totalmente inopportuno che il Consiglio regionale della Lombardia sia rappresentato, in uno dei ruoli di maggior responsabilità, da una persona indagata per reati gravi".

 

"Confermiamo piena fiducia nella magistratura e pieno rispetto del suo lavoro. Siamo altresì fiduciosi che Filippo Penati, che ha ben amministrato in questi anni sul territorio, possa dimostrare la sua estraneità ai fatti oggetto dell’indagine". Il Pd, per bocca del segretario regionale Maurizio Martina, si schiera con il proprio vicepresidente del consiglio regionale lombardo.