Mialno, 14 luglio 2011 - Sedici anni di reclusione per omicidio volontario aggravato dai futili motivi, ma non dalla crudeltà. Questa la condanna inflitta dal gup Stefania Donadeo a Michael Morris Ciavarella, uno dei tre aggressori del tassista Luca Massari, che ha chiesto il giudizio abbreviato. Il gup ha invece rinviato a giudizio i fratelli Stefania e Pietro Citterio, detto Piero.

Il pm di Milano Tiziana Siciliano aveva chiesto una condanna a 30 anni di reclusione per omicidio volontario aggravato dalla crudelta' e dai futili motivi. Il gup, mantenendo l'imputazione per omicidio volontario, ha escluso
l'aggravante della crudelta' e concesso a Ciavarella le attenuanti generiche, equivalenti all'aggravante per futili motivi. Dunque il giudice e' partito dalla pena base di 24 anni per il reato di omicidio volontario, ridotta poi a 16 per lo sconto del rito abbreviato. Gli altri due aggressori, la fidanzata di Ciavarella, Stefania Citterio, e il fratello di lei, Pietro, sono stati rinviati a giudizio, assieme ad un altro imputato accusato di favoreggiamento, e il processo comincera' il 16 ottobre davanti alla Corte d'assise di Milano. Il giudice ha anche disposto un risarcimento a titolo di provvisionale di 50 mila euro per i genitori e di 20 mila euro per il fratello del tassista e per gli zii, tutti parti civili nel procedimento.

 

LA FAMIGLIA - ''C'è stata la risposta della giustizia'': lo ha affermato il legale dei familiari del tassista Luca Massari, che ha parlato con a fianco il fratello dell'uomo ucciso, Marco. ''L'importante è che stesse in piedi l'accusa di omicidio volontario e cosi' è stato'', ha spiegato l'avvocato Cristiana Totis, chiarendo anche che sarebbe stata lei a parlare a nome dei familiari. Nonostante il pm avesse chiesto una condanna a trent'anni, secondo il legale, ''è importante la risposta che è arrivata oggi con la condanna per omicidio volontario''. Il legale ha precisato che i familiari non faranno appello contro la sentenza.

 

GIULIANO PISAPIA - E' stata "fatta giustizia per una barbara uccisione". Con questa parole il sindaco di Milano ha accolto la notizia della condanna di Morris Ciavarella. E ha proseguito: "Pensando in questo momento al grande dolore dei familiari di Luca, che abbraccio idealmente a nome di tutta la città condivido con loro il sentimento di una giustizia finalmente compiuta di fronte a un'uccisione barbara e assurda. Milano - ha concluso Pisapia - è vicina alla famiglia e ai colleghi di Luca Massari, che resterà nella nostra memoria per sempre".  

 

LA VICENDA - Il tassista era stato pestato dai tre imputati lo scorso 10 ottobre, dopo aver investito e ucciso un cane della fidanzata di Pietro in via Luca Ghini. È morto a 45 anni l'11 novembre successivo senza mai uscire dal coma. A ucciderlo, però, non sono stati i calci e pugni ricevuti, perché secondo i consulenti di accusa e difesa le botte non gli avevano provocato lesioni mortali. È morto invece perché durante l'aggressione, secondo i
testimoni, era stato spinto da Ciavarella con una tale violenza, da cadere all'indietro a peso morto e rompersi la testa sul cordolo del marciapiede con un rumore è stato sentito persino dai residenti al quinto piano dei palazzi della via.