Milano, 26 giugno 2011 - «Il coltello? Non so chi me l’abbia dato... qualcuno me l’ha messo in mano... e poi non so dove l’ho buttato...». Nel duplice delitto dei fratelli Palummieri, Ilaria e Gianluca, c’è la confessione attendibile (ma non completa) dell’assassino Riccardo Bianchi 21 anni, ma manca il movente e soprattutto l’arma.
 

 

Sicuramente un coltello, probabilmente con la lama lunga, forse da cucina. Con questo, Riccardo la notte di mercoledì, dopo avere trascorso una serata a bere sui Navigli, accoltella a morte l’amico Gianluca all’incrocio fra via Roma e via Cristoforo Colombo a Cesano Boscone. Venti coltellate al torace, sferrate con violenza, con rabbia, con forza. Al punto che Riccardo si ferisce alla coscia col suo stesso coltello.

 

Dove è finito? È chiaro che sull’arma del delitto si gioca una partita importante: se l’era portato dietro, oppure l’ha trovato per caso? Era andato all’appuntamento con l’amico già intenzionato ad ucciderlo oppure è stato un raptus improvviso? Se si trattasse di omicidio premeditato la già complicata situazione giudiziaria di Riccardo Bianchi si aggraverebbe ancora di più. E gli investigatori della Mobile non hanno intenzione di sospendere le ricerche.
 


L’appartamento al quinto piano di via Benozzo Gozzoli 160 (a Baggio) dove abitavano i fratelli uccisi - Ilaria e Gianluca Palummieri - è stato posto sotto sequestro, così come la Fiat Panda di Riccardo Bianchi. Per facilitare le ricerche e gli esami della Scientifica. Gli esperti hanno trovato copiosissime tracce di sangue nel bagagliaio della Panda ma non nel posto del passeggero. Ulteriore conferma quindi che la lite furibonda sia avvenuta in strada a Cesano. Poi Riccardo ha trascinato il corpo senza vita di Gianluca nella sua auto. Era notte fonda, una strada non centrale. Nessuno ha visto nulla. 

 

Era da solo? Oppure qualcuno lo ha aiutato? Gli investigatori sostengono che il racconto del reo confesso sia attendibile: «Ho fatto tutto da solo, non ho complici...». Il cadavere sarebbe rimasto nell’auto di Riccardo dalla notte di mercoledì alla succcessiva di giovedì. Possibile? Anche in questo caso si attende l’esito dell’autopsia (non ancora decisa dal magistrato) sul cadavere di Gianluca. Impossibile accertare a quando risale l’ora della morte. Il corpo avvolto in un lenzuolo, viene ritrovato verso le 8 nei pressi di un cassonetto dei rifiuti a Rho. Non ha documenti. Solo l’intuito degli investigatori consente di collegare quel cadavere insanguinato di Rho con quell’altro cadavere della ragazza nell’appartamento di via Gozzoli (scoperto alle 3 della stessa notte, cioè 5 ore prima).

 

In casa ci sono fotografie che ritraggono i due fratelli e molte in compagnia dell’assassino. Sulla dinamica dell’uccisione di Ilaria resta da chiarire cosa abbia fatto per quasi 18 ore Riccardo in casa di Ilaria, in via Gozzoli. Dopo averla legata e violentata. Di sicuro si è medicato la ferita procuratasi durante la colluttazione con Gianluca.
Anche in questo caso l’autopsia sul corpo della giovane potrà aggiungere qualche particolare alal ricostruzione di due giorni di follia.

 

Riccardo Bianchi, sorvegliatissimo nella sua cella di San Vittore, stamani alle 9 sarà interrogato (per la convalida) dal gip Stefania Donadeo. Al ragazzo è contestato il reato di omicidio volontario e violenza sessuale. Per il momento il pubblico ministero titolare delle indagini, Cecilia Vassena, non ha indicato alcuna aggravante.
Intanto continuano ad aggiungersi messaggi di dolore e stupore sulla pagina pubblica Facebook di Ilaria. Amici e conoscenti distrutti e disperati, c’è chi chiede giustizia, chi invoca pietà. Chi si chiede la ragione di tanto male.