Milano, 17 giugno 2011 - «Non hanno fatto i salti di gioia né gli esercenti né i comitati dei residenti — ammette l’assessore Franco D’Alfonso —, ma questa, forse, è la prova che abbiamo messo a punto la migliore delle soluzioni possibili». Di «accettabile compromesso» parlano anche le controparti. Senza troppo entusiamo, l’isola pedonale estiva sui Navigli è pronta ad essere istituita. «Venerdì 24 — dice l’assessore — approveremo una delibera di Giunta e un’ordinanza, l’isola sarà attiva dal giorno successivo se non dal giorno stesso. Abbiamo scelto questa via per accelerare i tempi, il passaggio in Consiglio ci sarebbe costato altri 30 giorni di attesa».

L’isola pedonale sarà in vigore tutti i giorni dalle 18 alle 2 di notte lungo le due Alzaie e la Ripa. In via Ascanio Sforza, «via cruciale dal punto di vista della viabilità» dice l’assessore, l’isola sarà in vigore dalle 20 fino alle 2 durante la settimana e dalle 18 fino alle 2 durante il weekend. Ed entro le 2, quale che sia il giorno della settimana, dovranno chiudere tutti i locali, sia quelli dentro l’isola sia quelli fuori. Sia i pub sia le discoteche o i locali con musica e concerti dal vivo, che fino ad oggi godevano di deroghe all’orario di chiusura (fino alle 3 di notte). Una misura che non ha mancato di scontentare i gestori.

«Parte degli esercenti — conferma Alfredo Zini, vicepresidente di Epam — recrimina perché perderà un’ora di lavoro». L’assessore ha sgravato la categoria dal pagamento della vigilanza, preferendo che si impegnasse a sottoscrivere un contratto con Amsa per i servizi straordinari di pulizia delle strade. Per venir incontro ai residenti, ha concesso loro la sosta gratis sulle strisce blu nelle vie a ridosso dell’isola. Altra novità, l’istituzione di una commissione di sorveglianza presieduta dal presidente del Consiglio di zona 6 e composta dal parigrado del Consiglio di zona 5, più un consigliere a testa per i due parlamentini. Il quinto uomo sarà un rappresentante della polizia locale. La Commissione potrà emanare diffide nei confronti dei locali e, «alla seconda o terza diffida», proporre all’assessore il ritiro della concessione del suolo. «È il primo passo verso la tasformazione dei parlamentini in municipalità» spiega D’Alfonso.