Milano, 15 giugno 2011 - Il popolo ha parlato: l’Ecopass resti e s’allarghi, dalle mura spagnole alla circonvallazione esterna (quella percorsa dalla circolare 90/91), e a tutti i veicoli con emissioni sopra lo zero. Così ha stabilito poco meno di mezzo milione di milanesi ai referendum comunali, stracciando il quorum (49%, bastava il 30) anche per il quesito più controverso, che ha incassato il 79% di sì e il 21% di no.

Ora la giunta ha sessanta giorni (a partire dalla proclamazione dei risultati, quindi si va al 6 ottobre) per deliberare una mozione che la impegni «ad assumere i provvedimenti attuativi degli indirizzi dati dal referendum», e «adottare gli opportuni atti di programmazione e di bilancio da sottoporre al consiglio». «Stiamo preparando una proposta da portare aula, si partirà da lì», spiega l’assessore a Mobilità e ambiente Pierfrancesco Maran, e stima «alcune settimane» per valutare le richieste e capire cosa si può fare, come, con quali soldi e tempi. «Nessun “provvedimento da ottobre” - chiarisce -. Nessuna accelerazione. Sarà un percorso condiviso con l’opinione pubblica e le categorie». Parla ai commercianti, contrari a un inasprimento del ticket (Confesercenti ha ricordato come il quesito «sia stato votato da meno di metà dei milanesi»): «Si può procedere senza danneggiare ma favorendo la crescita economica». E assicura che l’estensione progressiva di Ecopass non anticiperà il potenziamento della mobilità pulita: «Prima di ogni cosa partiranno i nuovi percorsi ciclabili», e «do una certezza: di notte si potrà circolare con i mezzi pubblici. La Moratti aveva annunciato i bus notturni da settembre, dicendo che c’era la copertura finanziaria. Verificherò».

Quanto al metrò fino all’1.30, un primo test saranno i quattro concerti di Vasco Rossi a San Siro. Maran invita i fan: «Fidatevi di noi, non andateci in auto». Intanto il presidente del comitato referendario, Edoardo Croci, liquida le proteste dei commercianti: «Tentativi fuori tempo massimo di tornare al vecchio confronto con le lobby a porte chiuse. L’“ascolto” non può mettere in discussione l’esito del referendum». Mette a disposizione del Comune «i nostri studi», ma avverte: «Niente sconti sul rispetto dei tempi e dei contenuti». La Lega aspetta al varco: «Sono curioso di vedere cosa porteranno in aula», dice Matteo Salvini. Sarà una lunga estate.