Milano, 13 giugno 2011 - Avrebbero falsificato oltre 1.600 opere del pittore della pop-art Franco Angeli. E vendendole ai collezionisti avrebbero sviluppato un giro d'affari di circa 8 milioni di euro. Cinque persone, accusate di associazione per delinquere finalizzata alla contraffazione di opere d'arte, truffa e ricettazione, sono state rinviate a giudizio dal gup di Milano, Anna Maria Zamagni, che ha anche ratificato il patteggiamento di un altro imputato, un artista che sarebbe stato "assoldato" per produrre i falsi d'autore.

Il 28 settembre davanti all'undicesima sezione penale andranno a processo i due presunti capi dell'organizzazione criminale, il curatore del patrimonio Antonio Minniti e Giuseppe Franceschi; uno dei pittori che avrebbe eseguito i falsi, Sergio Galeano; l'uomo che avrebbe immesso sul mercato le opere contraffatte, Augusto Medici; e Sebastiano Giglia, cocuratore. Zamagni ha invece accolto la richiesta di patteggiamento di un altro pittore, Tiziano Bertacco, a cui sono stati applicati due anni di reclusione con la sospensione condizionale della pena.

L'indagine era cominciata dalla scoperta di una quarantina di falsi esposti in una mostra nell'ottobre del 2008. Un anno dopo erano scattati gli arresti ed il sequestro di 650 dipinti falsi, per un valore di oltre 4 milioni di euro. Le indagini avevano portato di fatto anche alla chiusura della "Magi Arte", la società che gestiva l'archivio storico di Angeli: avendolo rilevato dal principale collaboratore dell'artista, gli indagati avevano tutte le autorizzazioni per operare nel campo dell'autenticazione e della certificazione delle sue opere.