Milano, 18 febbraio 2011 - La lista di sette pagine degli inquilini del Pio Albergo Trivulzio consegnata al Comune di Milano potrebbe non essere completa: è questo il sospetto sollevato durante i lavori della commissione consiliare Casa, nell’ambito dei quali è stata aperta la busta sigillata consegnata ieri a Palazzo Marino dai vertici della Baggina. A avanzare il dubbio è stata la presidente della Commissione, la finiana Barbara Ciabò: "Sembra che manchino 150 immobili, se questo sospetto trovasse fondamento sarebbe gravissimo: un vero affronto al consiglio comunale di Milano".

Ad alimentare i sospetti anche Vincenzo Giudice, esponente del Pdl e dipendente del Pat: nell’elenco mancherebbero gli immobili di via Sottocorno e di via Menotti. Una chiave del giallo potrebbe essere legata al fatto che in questi anni i beni non presenti nell’elenco potrebbero essere stati venduti. Ed è proprio sul piano delle dismissioni immobiliari che il Pd è pronto a dar battaglia. La democratica Carmela Rozza ha subito attaccato: "Di sicuro l'elenco è incompleto perchè noi abbiamo chiesto di conoscere anche le vendite immobiliari del Trivulzio degli ultimi cinque anni. Se entro lunedì non avremo queste informazioni, chiederò l’intervento della magistratura".

 

NOMI INQUILINI - Ci sono anche il direttore generale del Milan Ariedo Braida e il dirigente della Sezione criminalità organizzata della Squadra mobile di Milano, impegnata nell’inchiesta sul caso Ruby, Maria José Falcicchia tra i nomi dei 1.064 inquilini di altrettanti immobili pubblici del Pio Albergo Trivulzio di Milano. Nella lista, di sette pagine, c’è anche un Cordero di Montezemolo, preceduto dall’iniziale D. a indicare il nome. Si tratta della persona che dal 29 giugno 2010 occupa un appartamento di 43 metri quadri in piazza Mirabello 1, in pieno centro, con un canone annuo di 9.100 euro più 1.800 euro di spese.

A Braida è intestata una abitazione di 84 metri quadrati, in piazza Carmine 1, per un canone di 17.300 euro l’anno più 1.244 di spese. Il contratto è stato firmato il 1 aprile 2010. Il nome della Falcicchia è invece legato a un’abitazione di 75 metri quadrati in via San Marco 20 angolo via Montebello 7, vicinissimo alla Questura, per il quale è previsto un canone di 11.262 euro più 980 di spese. Il contratto risale al 13 gennaio 2011. Tra gli altri nomi si nota anche Martino Pillitteri, figlio dell’ex sindaco Paolo e cugino dell’attuale assessore ai servizi civici del Comune.

 Appare anche il nome di Carla Fracci: la maestra della danza classica vive in via dell Spiga 5, nel cuore del quadrilaterodella moda, in un appartamento di circa 187 metri quadrati per un affitto di 45.593 euro, più 6.148 euro di spese all'anno. Alcuni politici: Piero Testoni, parlamentare del Pdl e nipote del presidente emerito Francesco Cossiga che per 80 metri quadrati nella centralissima via Santa Marta paga meno di 1.000 euro al mese. E nella stessa via, l'ex assessore comunale Guido Manca, oggi consigliere, paga circa 7 mila euro l'anno per un appartamento di circa 60 metri quadrati.

 

APPARTAMENTI E AFFITTI - Complessivamente, gli appartamenti di proprietà del Pio Albergo Trivulzio di Milano sono 1.064. Questo patrimonio immobiliare pubblico, costituito da centinaia di appartamenti in pieno centro città come quelli di via Moscova 25, piazza del Carmine 1 e via Santa Marta 15/17, genera un volume complessivo di affitti di circa 7,3 milioni di euro l’anno. Un reddito inferiore a 6.500 euro l’anno ad appartamento, se si esclude l’immobile di via Pitteri 56 che ospita il liceo Manzoni e che da solo rende 400mila euro.

Settantacinque euro al mese, spese comprese, per un appartamento di 58 mq in Corso Vittorio Emanuele, nel ‘salotto' in pieno centro a Milano. Un sogno per molti ma una realtà per chi ha visto assegnarsi quella casa nel 1995 (con contratto in scadenza al 9 gennaio del 2007): il beneficiario in questione è uno dei tanti (oltre mille) che figurano negli elenchi dei locatari delle proprietà del Pio Albergo Trivulzio. Nella centralissima Vittorio Emanuele si conta almeno un altro caso shock: 85 euro al mese per un appartamento di 56 mq (il contratto in questione, attivo dal 1998 risulta scaduto nel 2006); la media, in generale, di un appartamento al civico 3 della via che collega piazza San Babila al Duomo, tutti con una metratura compresa tra i 53 e i 77 metri quadri è di 2.587 euro annui circa, 215 al mese. Ai prezzi di mercato, neanche un posto letto. Nell’altrettanto centrale piazza del Carmine, a Brera, lo scenario non cambia: 317 euro per 68 metri quadri, sempre spese incluse. E ancora: via Moscova, civico 25 (69 appartamenti in tutto, il cui canone più alto fissato, a circa 3mila euro al mese, è corrisposto da un ristorante), qui per 184 euro al mese c’è chi ha affittato 51 mq, chi ne spende 158 per 43 mq, e chi 175 per 42

 

BARBARA CIABO' - Ha parlato di "giornata importante per la vittoria della trasparenza" il presidente della commissione casa e demanio del Comune di Milano, che ha  ricevuto dalle mani del presidente del Consiglio, Manfredi Palmeri, la busta contenente gli elenchi dei beneficiari dei contratti di locazione degli immobili di proprietà del Pio Albergo Trivulzio.

La Ciabò ha spiegato che "toccherà ora ai consiglieri della commissione decidere le modalità di accesso agli elenchi", sottolineando la funzione "di controllo e indirizzo" per la quale, se ci saranno irregolarità "non sta a noi prendere provvedimenti ma ai magistrati". Le liste fornite dal presidente del Pat, Emilio Trabucchi, saranno quindi esaminate dalla commissione ma secondo Barbara Ciabò se dovesse emergere "che alcuni politici hanno utilizzato il loro ruolo per pagare di meno di quanto pagano i cittadini nelle case popolari, il loro comportamento potrebbe essere definito moralmente indegno e dovrebbero fare un passo indietro. Ma - ha aggiunto - non me l’aspetto". Per quanto riguarda, invece, le dimissioni di Trabucchi, chieste tra gli altri dal gruppo consiliare del Pd, la presidente della Commissione ha chiarito che "bisogna prima vedere se ci sono irregolarità. Certo - ha aggiunto - dall’atteggiamento tenuto dal cda qualcosa di poco trasparente si suppone".

L’elenco era stato consegnato ieri al presidente del consiglio comunale, Manfredi Palmeri (Fli). Gli immobili della Baggina, frutto di lasciti e donazioni per i bisognosi, sono stati concessi in locazione a canoni favorevoli a politici, magistrati e amici o parenti di persone influenti i cui nomi, pur nel rispetto delle indicazioni del Garante della privacy, potranno essere resi noti nel pomeriggio.

 

MANFREDI PALMERI - Il presidente del Consiglio comunale di Milano ha detto: "Oggi è una giornata importante perchè abbiamo dimostrato che la privacy c’entra poco o nulla con i doveri di trasparenza nella gestione di beni pubblici. Un obbligo che non deve riguardare soltanto il Comune di Milano, ma anche enti, come il Pio Albergo Trivulsio, che gestiscono beni della comunità". Il presidente Palmeri ha garantito che la busta consegnata alla commissione, da lui ricevuta nella serata di ieri, è rimasta finora inviolata. "Per rispetto del Consiglio comunale - ha assicurato Palmeri, mostrando i sigilli del plico - non ho aperto questa busta e l’ho fatta sigillare alla presenza del segretario generale".

 

LETIZIA MORATTI - "Massima trasparenza" e criteri di assegnazione in linea con i bandi. Questa la linea del sindaco di Milano, all’indomani della consegna degli elenchi al Comune del capoluogo lombardo degli inquilini di proprietà del Trivulzio. Il sindaco ha fatto notare che "il Trivulzio ha una sua autonomia e quindi non si può intervenire se non indicando quali devono essere dei criteri che deve avere. Io ho sempre chiesto - ha proseguito - e continuerò a chiedere la massima trasparenza. Sono felice che il presidente del Trivulzio abbia deciso di consegnare gli elenchi al Consiglio Comunale, ma non basta". La Moratti ha quindi annunciato l’intenzione di chiedere "quali sono i criteri con cui sono stati indetti i bandi, voglio essere sicura - ha chiarito - che nulla è stato dato se non attraverso i bandi, voglio essere sicura che ci saranno dei criteri di assegnazione che rispettano i criteri dei bandi e voglio che questi criteri siano resi noti".

 

ROBERTO FORMIGONI - Il presidente della Regione Lombardia ha detto: "Non ho ancora avuto il tempo di guardare l’elenco. Vediamo se ci sono dei casi di abuso, se ci sono delle persone che occupano in maniera non legittima o privilegiata degli appartamenti e, nel caso, certamente bisognerà intervenire’’.

 

PIERFRANCESCO MAJORINO - Scoppiato il caso degli affitti di favore negli appartamenti del Pio Albergo Trivulzio di Milano, il Pd ha chiesto le dimissioni di tutto il vertice della Baggina, a partire dai membri del consiglio di amministrazione nominati direttamente dal Comune. Majorino, capogruppo del Pd a Palazzo Marino ha subito attaccato: "I vertici del Pio Albergo Trivulzio a partire da quelli scelti dal sindaco di Milano, dovrebbero dare un contributo di chiarezza andando a casa e lasciando ad altri l’onere e l’onore della ricostruzione della verità e dei criteri connessi alla realizzazione dei contratti in questa vicenda tanto ambigua". Majorino ha parlato  anche del sindaco: "Letizia Moratti non ha fatto nulla in queste settimane per ottenere la massima trasparenza relativamente alla vicenda degli affitti. Le sue dichiarazioni odierne sono tardive e per questo inutili".

 

ENRICO MARCORA - Il consigliere Udc della Regione Lombardia ha detto: "Trabucchi dovrebbe fare un passo indietro. È apprezzabile la consegna dell’elenco dei locatori ma per dare maggiore credibilità a questo gesto di trasparenza Trabucchi deve dimettersi oggi stesso, e mi sorprende che il sindaco Moratti non glielo abbia già chiesto".
 

 

GIULIANO PISAPIA - Il candidato sindaco del centrosinistra, sul proprio sitoha scritto: "L’aveva detto Roberto Saviano, due settimane fa al Palasharp: il rischio fango è in agguato, chiunque si “espone pubblicamente sa che pagherà un prezzo in termini di diffamazione, di delegittimazione”. Parlava del governo, ma vale anche per il governo della città. Mi tocca da vicino quello che succede e oggi e mi fa più male perché non riguarda me ma la persona a me più vicina”.  E ha proseguito sempre on line: "C’è stato un vortice di telefonate anonime, nel puro stile della macchina del fango. Il fatto è semplice, e ve lo voglio raccontare, prima che lo leggiate sui giornali: la mia compagna abita da molti anni, da prima che noi ci conoscessimo, in un appartamento di proprietà di un ente pubblico. Lei non è canditata a niente, è un privato cittadino, è semplicemente una donna che lavora e, come tutte, lo fa fuori casa, e poi in casa, per quella storia conosciuta della doppia vita delle donne. Paga il regolare affitto che è previsto. Non è un reato, abitare in una casa di proprietà di un ente pubblico. Mentre certo è un problema l’incapacità degli enti che dispongono di un patrimonio immobiliare di gestire al meglio le proprie disponibilità. E state certi che contro quelle inefficienze io mi batterò. Del resto, è la mia storia a raccontarlo".

E ha concluso: "Eppure questa vicenda privata, che è uguale a quella di migliaia di persone, è il pretesto oggi per colpire me. Attraverso di lei. Trovo che sia un’ingiustizia insopportabile. Come ho trovato ieri la prima pagina de Il Foglio (con una gigantografia del bambino che è intervenuto al Palasharp) una barbarie. Anche lì: colpivano il bambino per colpire gli altri, le migliaia di uomini e donne che erano andati alla manifestazione contro Berlusconi. Ho fatto l’opposizione in Parlamento per molti anni; sono un avvocato che in aula affronta quotidianamente gli avversari e sono orgoglioso di non aver mai mancato di rispetto a nessuno, di avere mantenuto sempre - e questo mi è riconosciuto da tutti - la civiltà del confronto. Anche per questo sono riuscito a vincere tante battaglie in difesa dei più deboli. Mi auguro che non sia ora, a Milano, che tutto questo venga meno. Io sarò inflessibile nelle mie convinzioni, fedele ai miei principi. Spero che Saviano abbia torto e che il fango non entri tra le armi della campagna elettorale".