Milano, 27 gennaio 2011 -  «Com'è la qualità dell’aria a Milano? Pessima, anche a causa del meteo, ma Milano e la Lombardia, anzi l’intera Pianura Padana, non possono farcela da soli. Ci vuole un intervento coordinato e soprattutto un intervento del governo». La professoressa Marisa Camatini, docente di scienze ambientali alla Bicocca, è una delle massime esperte in materia di inquinamento ambientale e dirige il centro di ricerca «Polaris», interno all’ateneo, che monitora il rapporto tra le polveri nell’ambiente e i rischi per la salute.
«La situazione meteo delle ultime due settimane, bel tempo, assenza di vento e freddo intenso, ha contribuito a peggiorare la qualità dell’aria. la stabilità atmosferica determina l’impossibilità di disperdere le emissioni di pm10 e di pm2,5».

Che fare? «Ci vogliono condizioni diverse, alcune delle quali non sono risolvibili nella Pianura Padana.
La sua posizione favorevole fa sì che le emissioni, grazie anche all’inversione termica, rimangano in loco. Quello che si può fare è affrontare il problema coinvolgendo tutte le regioni del Nord e il ministero dell’Ambiente. Come ricercatori siamo giunti a questa conclusione».

Quali sono gli effetti sulla salute dell’inquinamento atmosferico? «In gran parte noti, ma posso preannunciare che dopo giugno presenteremo “Tosca”, un progetto di ricerca, finanziato da Fondazione Cariplo, e a cui abbiamo lavorato tre anni e che ha coinvolto molti ricercatori, biologi ed epidemiologi. Il focus è sulla tossicità del particolato atmosferico (di qui l’acronimo) e i marker di rischio».

Qualche anticipazione? «Diciamo che il pm10 estivo provoca processi infiammatori e induce quindi dei meccanismi di difesa abbastanza evidenti, per esempio l’asma, quello invernale, più legato alle emissioni del riscaldamento e meno alle sospensioni del traffico, è più subdolo, non produce processi infiammatori, ma danni più pesanti, perché in qualche modo può provocare modificazioni a livello della struttura genetica».

Cosa può fare il cittadino per difendersi? «Tante cose. deve essere educato a capire i rischi che corre. Le istituzioni devono migliorare il trasporto pubblico e obbligare gli enti al car-sharing. Controllare le emissioni dei veicoli, delle caldaie e del trasporto merci. E non mi sembra che ci siano controlli in questo senso. Andare in giro in bicicletta fa molto bene agli altri. Mancano piste ciclabili, come accade nel Nord Europa. Eppure lì fa freddo, ma nessuno o quasi va in auto...».