Paderno Dugnano, 5 novembre 2010 - Il suono di una sirena, un botto violento. Poi l’incubo. Una colonna nera di fumo, visibile dalle porte di Milano. Minacciosa. Poco prima delle 15, il primo allarme, lanciato dalla European Ecology International, Eureco, di via Mazzini, teatro dell’ennesimo drammatico infortunio sul lavoro, e da alcuni residenti della zona, impotenti spettatori.

La macchina dei soccorsi si attiva. La città è paralizzata, strade bloccate, tra cui il tratto tra Milano e Meda, occhi rivolti alla nube. Risuonano soltanto le sirene dei mezzi di soccorso. Sul posto anche tre elicotteri del 118. Il bilancio è tragico e, quel che è peggio, rischia di aggravarsi ulteriormente: sette i feriti, cinque albanesi, due italiani; alcuni di loro non erano dipendenti dell’azienda, ma vi lavoravano tramite cooperativa. Due di loro in condizioni disperate e sono entrambi del posto: Sergio Scapolan, 63 anni, è stato trasferito al Niguarda di Genova; Salvatore Catalano, 55 anni e custode della ditta, è invece rimasto al Niguarda. Le ustioni interessano gran parte dei corpi e i medici stanno lottando per salvare le loro vite.

 

Gli altri colleghi presentano gravi ustioni ma sono fuori pericolo. Un solo operaio è stato dimesso. Non si sa ancora quante persone — tra i 15 dipendenti — si trovassero all’interno della ditta al momento dell’esplosione. Sul posto il sindaco di Paderno Dugnano, Marco Alparone: «Sono arrivato quindici minuti dopo, ho visto i feriti — scuote la testa il primo cittadino —. Sono profondamente preoccupato e il mio unico pensiero adesso va a loro e alle loro famiglie. Sono a disposizione».

Ma dopo i soccorsi è l’ora dei rilievi, delle indagini. L’azienda, sorta a Paderno Dugnano negli anni Novanta si occupa dello stoccaggio di rifiuti industriali, anche speciali. Si parla di un unico scoppio che ha scatenato l’incendio ma non si conosce la causa della scintilla. Forse, ma non è confermato, c’è stato lo scoppio di una bombola, oppure un errore umano.

Tra le ipotesi «Non esistono problemi di tossicità, l’incendio è stato domato subito — ha spiegato Maurizio Pendini, dei vigili del fuoco —. Abbiamo fatto rilievi fotografici e stiamo facendo tutti gli accertamenti dei frammenti rimasti». Secondo i primi rilievi dell’Arpa i risultati nell’aria sarebbero negativi, ma sono necessarie ulteriori analisi nelle prossime ore, in particolare nel terreno, per capire la portata del rischio ambientale. E nel frattempo ci si interroga: non è stato purtroppo un caso isolato, a luglio c’era già stato un incendio, fortunatamente di dimensioni più contenute e senza feriti. «La dinamica di un simile terribile incidente dovrà essere chiarita in tutti suoi particolari», ha tuonato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che ha espresso la sua solidarietà alle vittime, la stessa manifestata dal sindaco di Milano, Letizia Moratti.

 

«È incredibile che oggi in Lombardia possano ancora succedere cose di questo tipo — sottolinea il segretario provinciale e deputato della Lega Nord, Marco Rondini, che preannuncia un’immediata iniziativa parlamentare —. È essenziale appurare subito le responsabilità e capire se ci siano state o meno delle omissioni da parte di qualcuno nei controlli e nelle procedure deputate a evitare disastri di questa gravità».