Milano, 17 ottobre 2010 - Meno glamour, più creatività. Se la notte della moda è stata l’evento internazionale, la massima espressione del fashion e dell’eleganza in tutte le sue declinazioni, la notte del design è stata il buon assaggio che fa pregustare la Miart. Un anticipo autunnale che ricorda quanto Milano sia città di artisti e di creativi. Dai gioielli, all’arredamento, per finire con le installazioni. Cultura, arte e moda, la mission dell’intero week end è stata proprio la volontà di lanciare messaggi che vanno ben aldilà del semplice oggetto, far capire che, insomma, anche una sedia o una racchetta da tennis nascondono una loro filosofia precisa.

Certo, i messaggi spesso vanno spiegati con i sottotitoli, però hanno appassionato tanti, che armati di ombrello, sotto una pioggia che non dava tregua, si sono messin in coda e hanno preso d’assalto negozi e cocktail. Come quello di Fila, marca di abbigliamento sportivo, con showroom in via Pontaccio. Per presentare la nuova linea di magliette ha scomodato quattro creativi che hanno reinterpretato il concetto di racchetta.

La più originale, quella di Jennifer Garcia che si definisce “designer multi-disciplinare”. Vive e lavora in un maxi-loft ad Harlem e le sue opere sono già esposte al museo d’arte di New York. Pazienza, ostinazione, testardaggine e applicazione, sono le qualità che deve avere un tennista per vincere ed ecco la sua racchetta che, al posto della rete, ha un pizzo ricamato a mano, una ragnatela lavorata all’uncinetto. «Questo tipo di ricamo - ci spiega Jennifer - richiede pazienza e concentrazione. Non trovate che siano le stesse qualità di uno sportivo?». L’opera d’arte resterà esposta fino a domani, ma niente prezzo, la racchetta non è in vendita. Il design più esclusivo si chiama Dilmos, in piazza San Marco. Tutti pezzi unici, alcuni unici anche nel prezzo. Come le lampade a diffusione: una pentola che sotto il coperchio ha una enorme bolla bianca, come se l’acqua della pasta stesse per uscire, oppure una rivoltella che spara, ma esce un fascio di luce. Costosissime. Unici modelli in Europa, ma per portare a casa una di queste abat jour ci vogliono 33 mila euro.

«Bella l’idea di un week end per rianimare la città e renderla più internazionale, è importante fare conoscere i gradi designer alla gente - dice la titolare dello spazio espositivo Luisella Valtorta- toglierei solo quel tesserino a punti che fa tanto fiera di paese». E poi i gioielli di Kidult. «Questi braccialettini composti sono il nuovo must, sono andati a ruba», dice Cristina Contini.