Milano, 9 settembre 2010 - Gli insegnanti precari avevano annunciato altre proteste e così stanno facendo. Oggi, infatti, stanno bloccando l’assegnazione delle nomine all’Ipc Cavalieri per le cattedre di storia e filosofia per le superiori e di storia per le medie.

I docenti chiedono, come già nei giorni scorsi, “trasparenza nell’assegnazione, con la possibilità di assistere alle nomine nell’aula magna". La dirigente ha invece sbarrato l’aula e ora si ritrovano pigiati nei corridoi mentre tutto avviene in modo oscuro e poco chiaro.  “Noi chiediamo che si apra l’aula magna al pubblico per poter seguire l’assegnazione e far presenti i problemi che ci sono. Tra l’altro è arrivata qui anche una camionetta carica di poliziotti, ci sembra decisamente fuori luogo un intervento di questo tipo a fronte delle richieste degli insegnanti”.

Resta quindi alta, come nei giorni scorsi, la tensione all’Ipc Cavalieri dove venerdì si procederà alle ultime assegnazioni. “Poi ci saranno le cattedre mancanti e saranno necessarie altre convocazioni. Noi crediamo che non sia un modo giusto di procedere: il Provveditorato ha fatto le convocazioni senza avere un quadro completo per dare una immagine di efficienza e completare l’assegnazione entro domani, ma ci saranno altre cattedre mancanti e altre persone dovranno essere chiamate, solo che chi è già stato assegnato, magari, pur essendo più avanti in graduatoria, non ha potuto scegliere sull’intera offerta disponibile ma solo su quei posti che gli sono stati presentati. Tra l’altro, non sempre queste cattedre mancanti vengono poi chiamate in seconda convocazione perché poi la gestione passa ai presidi e diventa ancora meno chiara”.

Al provveditore Colosio che oggi ha parlato di “qualche centinaio” di precari che resteranno senza cattedra, Paltrasio ha replicato: “Sono almeno 950 i docenti che non avranno incarico, circa un migliaio. Inoltre Colosio tace delle condizioni di lavoro di quanti hanno ottenuto una cattedra, per esempio nel caso del sostegno, con sei casi da seguire per una sola persona”.

 

GIANNI ROSSONI - L'assessore regionale all'Istruzione non si è sbilanto riguardo la possibilità che la Regione possa intervenire a sostegno degli insegnanti che, in seguito ai tagli, rimarranno senza cattedra nel nuovo anno : “Dobbiamo capire l’entità di quanti resteranno senza incarico a chiusura delle nomine da parte degli uffici provinciali, poi faremo delle valutazioni. I mille che l’anno scorso, su un totale di 107mila insegnanti, hanno perso il posto sono già stati tutti retribuiti dalla Regione, così come 200 addetti del personale non docente".

“Per il 2010 dobbiamo valutare - ha continuato Rossoni - certamente i tagli lineari, generalizzati, sono uno strumento che non gratifica i virtuosi, ma che colpisce allo stesso modo chi è virtuoso e che virtuoso non è. Comunque, cercheremo di essere attenti per rispondere alle eventuali situazioni di difficoltà", ha concluso Rossoni che ha richiamato l’attenzione anche sul sistema delle nomine. “Dobbiamo mettere a tema la questione dell’albo regionale. Quello che vogliamo è responsabilizzare i capi d’istituto”.