I Jazzincase e le cinque declinazioni della bellezza

Milano, il pop, l'elettronica e la zampata jazz: la band presenta live il nuovo album "The second"

I Jazzincase

I Jazzincase

Milano, 21 novembre 2019 - “Non dobbiamo farci corrompere dalla bellezza illusoria, quella che inganna e poi consuma”. Meglio abbandonarsi “in quel gioco che ti fa ballare in una storia”, alla bellezza di amare qualcun altro. O anche se stessi. La bellezza da scoprire ogni giorno e di cui non bisogna mai scordarsi e quella di sentirsi avvolgere da un abbraccio. Ecco la bellezza secondo i Jazzincase. Declinata nelle sue cinque espressioni nel nuovo album - “The second” (Irma Records) - disponibile dal 22 novembre sulle piattaforme digitali e nei digital store, ma anche live al Memo di Milano (via Monte Ortigara 30; inizio alle 22).

E' il secondo disco del trio che affonda le sue radici nello smooth jazz, ma che è capace di andare oltre. Ed è pure un richiamo al primo album (Bon Bon City), al tempo e alla capacità di assaporare le tante decine di migliaia di secondi che ogni giorno ci accompagnano. “The second” è un disco accogliente, un'evoluzione verso il pop sempre con una zampata di jazz e un avvertimento di elettronica, che “porterà a un terzo progetto, ancora più innovativo, un po' più americano”, anticipa Kiki Orsi, voce, autrice e compositrice dei Jazzincase. Al suo fianco, Luca Tomassoni a basso e contrabbasso e Claudio Trinoli alla batteria. Merce rara nel panorama musicale italiano, sperimentano continuamente la versatilità strumentale e comunicativa del loro genere.

Osano mescolando le carte musicali per poi ridistribuirle con originale semplicità, mettendosi in mostra senza filtri. “La musica ti dà la possibilità di esprimerti, in maniera concentrata, di raccontarti, quasi fosse una seduta di psicoterapia”. Così è Kiki, capace di muoversi tra progetti internazionali di Disco anni Settanta e incontri professionali con Lionel Richie e Massimo Ranieri. I Jazzincase portano “in valigia” un'arte in continua evoluzione. Del resto, “come mi aveva detto il mio amico Giorgio Faletti, “se non ci provi, non sai””. E comunque, in ogni caso, “c'è sempre un buon motivo per rialzarsi”.

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