Salviamo orecchie e ambiente

Milano, 2 gennaio 2019

DOMANDA

Giusto diventare dei consumatori responsabili, ma questa nuova battaglia sui cotton fioc che ci vede in prima fila nel vietarli (solo quelli col bastoncino in plastica) mi lascia qualche perplessità. La questione che sono tra i rifiuti più raccolti sulle spiagge e tra quelli più presenti nel mare, sta a significare che il primo problema è la maleducazione, nostra. La plastica di per sé non è un male. Comunque, se è un passo necessario per vivere in un ambiente migliore non sarà un problema cambiare abitudini tanto più che verranno sostituiti da quelli con il bastoncino biodegradabile (ma in quanto tempo, mi chiedo). Alfredo, Como

RISPOSTA

Quando si dice un piccolo gesto. Può sembrare strano che uno dei prodotti presenti in tutte le case sia da decenni un micidiale nemico dell’ambiente. Dalla comparsa negli anni Venti del secolo scorso, è talmente diventato un’abitudine che in Italia è chiamato con un nome commerciale preciso. Eppure del “cotton fioc” se ne può fare tranquillamente a meno, l’efficacia nell’utilizzo per la pulizia dell’orecchio non ha mai trovato il conforto dei medici specialisti, anzi. Quindi a che serve? Di sicuro a mandare in tilt i sistemi di smaltimento del rifiuto. Tanto che è diventato uno dei principali inquinanti delle spiagge italiane per quel tubicino di sei centimetri in plastica che resiste negli anni e nei decenni. Da ieri la vendita di questi bastoncini è vietata in Italia. Potranno essere commercializzati solo se biodegradabili e compostabili, vietato anche gettarli negli scarichi. Lo scorso anno si era tanto discusso per la sostituzione dei sacchetti in plastica per la spesa, quest’anno l’Italia ha deciso di fare da apripista a questa nuova sfida ambientale. Ne va della salvezza del Mediterraneo. Ci conviene vincerla, senza perdere tempo in polemiche.