Milano, 5 gennaio 2019
DOMANDA
Ormai è un classico dell’inverno. Quello dei roghi nei boschi in questo periodo è un problema che finirà col costare parecchio a tutti noi lombardi, soprattutto in termini di qualità dell’aria. Il fatto che incendi come quello divampato in provincia di Varese siano frutto di azioni sconsiderate da parte dell’uomo la dice lunga su quanto non siamo più in grado di governare il territorio: abbandoniamo i boschi che diventano pericolosi quando imperversa il maltempo (rischio frane) e quando è troppo secco (incendi). Bel risultato. Rocco, Varese
RISPOSTA
Ci siamo giocati quindici anni di sacrifici. Tanto ci vorrà perché sul monte Martica, torni il bosco andato in fumo in questi giorni. Ed è un danno che si assomma a quello dello scorso anno, sempre al Campo dei Fiori, con centinaia di ettari finiti in cenere. Sarà per questo che è tornato a sentirsi il ritornello che bisogna trovare il modo di tutelare queste grandi aree verdi (più di un quarto del territorio lombardo è bosco). Non è questione di preservarle da cemento e asfalto, ma dalla mano degli incendiari perché dietro questi roghi, non c’è bisogno di attendere riscontri, c’è sempre un gesto colposo o doloso. Agli sforzi per individuare questi piromani andrebbe associato un impegno per recuperare e sistemare le vaste aree “superstiti” perché, abbandonate al loro destino, diventano pericolose. In Lombardia dovrebbe essere cosa ben nota visto che ad ogni pioggia abbondante si registra sempre qualche frana, segnale di boschi malati. Non può essere che il verde diventi un incubo.
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro