{{IMG_SX}}Milano, 8 maggio 2008 - Il sindaco di Milano Letizia Moratti ha ritirato oggi le deleghe di Assessore alla Cultura conferite a Vittorio Sgarbi. Le ragioni, come si legge in una nota del Comune, sono mancanza di rispetto per la Giunta comunale, mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini rappresentati nel suo ruolo di Assessore e quindi rottura del rapporto di fiducia con il Sindaco e con i colleghi Assessori.

 

"Rilevato che l'Assessore Vittorio Sgarbi ha assunto in varie occasioni, anche pubbliche, un atteggiamento non consono ai doveri di pubblico amministratore - recita l'atto di revoca - e considerato inoltre che lo stesso Assessore ha tenuto comportamenti contrari alla lealtà nei confronti del Sindaco e della Giunta incidendo negativamente sull'operato ed immagine di tali organi e creando un clima di tensione interno alla maggioranza politica; ritenuto che per i sopra esposti motivi è venuta meno la fiducia del Sindaco nei confronti di Vittorio Sgarbi il Sindaco dispone la revoca della nomina di Vittorio Sgarbi quale componente della Giunta comunale e della connessa delega alla firma degli atti di competenza del Sindaco per le attività in materia di Cultura".
Contestualmente da questa sera il Sindaco assume ad interim le deleghe alla Cultura.

 

 La decisione del sindaco di Milano di ritirare le deleghe di assessore alla Cultura a Sgarbi arriva dopo le polemiche suscitate da alcune delle sue ultime iniziative. Sgarbi è rimasto di recente coinvolto in alcune polemiche per uno scontro con Marco Travaglio durante la trasmissione "Annozero" di Santoro: ha attaccato il giornalista e il conduttore della trasmissione, accusandoli di fare cattiva informazione e di dire bugie, al riguardo della "cacciata" di Enzo Biagi dalla Rai. "Non ho aggredito nessuno - ha detto poi Sgarbi - ho semplicemente detto la verità, che è sotto agli occhi di tutti e cioè: Biagi non è stato cacciato ma gli hanno proposto una fascia oraria diversa per il suo programma. A quel punto egli ha rifiutato".

 

L'ex assessore ha anche avuto l'iniziativa di cambiare il titolo, facendo sparire la parola omosessuale, a una rassegna di teatro gay per far passare in Giunta il patrocinio del Comune di Milano: dal provvisorio "teatro omosessuale" a "Liberi amori impossibili". "Non c'è stato neanche bisogno della mia presenza in Giunta - aveva detto - la delibera è stata votata dai miei ignari colleghi il 18 aprile. Se avessimo scritto la parola gay la delibera sarebbe rimasta ferma lì per mesi".

 

Lo stesso Assessore alla Cultura aveva raccontato e spiegato le ragioni dell'escamotage alla stampa: "Ho tentato di evitare uno sconto che non ha ragion d'essere", aveva spiegato Sgarbi, che voleva evitare polemiche simili a quella scatenate dalla mostra "Vade retro", che doveva essere allestita a Milano ed era stata invece bloccata. "Un'amministrazione civile dovrebbe consentire una rassegna omosessuale, con il rischio di autoghettizzazione che la stessa parola comporta, ma - diceva Sgarbi - dopo quanto successo per il cinema gay e la mostra 'Vade retro', anche questa manifestazione sarebbe diventata un'occasione di scontro. Così, ho preso la responsabilità di trovare una soluzione". Lo spettacolo "Liberi amori impossibili", organizzato da Francesco di Rienzo in collaborazione con associazioni omosessuali come Arcigay di Milano include vari episodi: tra i più importanti quello di un padre che scrive alla figlia per informarla dell'intenzione di cambiare sesso e quello di due amiche d'infanzia che si reincontrano dopo vent'anni e scoprono l'amore saffico.

 

LA REAZIONE DI SGARBI

Sono «rilievi irricevibili», che non sono coerenti con «gli elogi che ricevo da tutto il centrodestra». Anche «la Giunta non può parlare per tutti quelli che ho sentito oggi e da cui sono stato lodato». Il sindaco «ha tradito un accordo politico». Così Vittorio Sgarbi manifesta tutto il suo disappunto per la decisione comunicata oggi dal sindaco di Milano, Letizia Moratti, di ritirargli la delega alla Cultura.Vittorio Sgarbi è quindi stato allontanato dalla Giunta milanese ma con motivazioni che, secondo lui, sono «rimproveri che contrastano con le lodi» che dice di aver ricevuto da più parti all'interno dell'area politica cui appartiene.«Letizia Moratti si è scontrata con se stessa - ha detto Sgarbi, - quello che era un suo problema personale, un suo malumore, è diventato una questione politica».