{{IMG_SX}}Milano, 12 ottobre 2007 - IL T-RED (non sta per Tyrannosaurus ma è di pari ferocia) ha fatto strage: quest’anno il quadruplo di vittime dell’anno scorso. O meglio, due milioni e 800 mila euro incassati grazie all’implacabile marchingegno detto anche Vampiro Rosso di Segrate, multe per l’atto improprio di bruciare il rosso, contro i 700 mila del 2006. Che affare per il Comune di Segrate, che al T-Red, meccanismo di collegamento tra semaforo e telecamera incorporata, deve la sua fortuna economica. Non fosse che quella fortuna potrebbe avere, stando a una serie di titoli di reato ipotizzati dal sostituto procuratore della Repubblica Alfredo Robledo, un’origine illegale: favorita da un meccanismo perverso che non consente all’automobilista altro che bere o affogare, bruciare il rosso (ed essere multati) o essere tamponati.

IERI LA GUARDIA DI FINANZA di Milano, con il molto sollievo della gente di Segrate e limitrofi, ha smontato e sequestrato cinque T-red applicati ad altrettanti semafori della strada provinciale 103, detta Cassanese. Gli incroci della 103 con via Fratelli Cervi, che è poi l’impianto più critico, con via Roma-via Monzese, con via Gramsci-via Papa Giovanni XXIII e con via Morandi. Smontati, per studiarne l’hard disc, e per svelarne il trucco. Perché i vampiri rossi sono fortemente sospettati dal sostituto Robledo di avere giocato con gli automobilisti come il gatto col topo. Un mix esplosivo: tempi brevissimi concessi al giallo (non più di tre secondi e mezzo) combinati con una collocazione logistica dei semafori, dietro a curve o alberi, a dir poco scomoda e a discapito dei tempi di reazione individuale. E con un movente di tutta evidenza: ingrassare in modo facile le casse comunali.

IL BLITZ fatto anche di sequestri, presso le due società interessate all’appalto e al noleggio dei T-red, e richieste di esibizione di documenti sia al Comune che al Comando di polizia municipale di Segrate, non soddisfa soltanto le comprensibili ansie di vendetta di centinaia di automobilisti dissanguati col trucco. Perché il trucco non è un errore, è qualcosa di più. C’è un’inchiesta che affonda in reati della pubblica amministrazione deviata, dalla turbativa d’asta, all’abuso d’ufficio, al falso materiale. Con tanto di indagati, quattro: il comandante dei vigili di Segrate, nonché presidente della gara d’appalto per la concessione degli impianti semaforici con telecamera, Lorenzo Giona; il dirigente della polizia municipale Dario Zanchetta; i due manager delle società interessate all’affare: Raul Casaroli della Ci-Ti-Esse e Luigi Lucchini della Scae Spa.

SI PARTE DA LONTANO, si parte dalle forme in cui viene indetta nel Comune di Segrate, e del tutto gestita dai dirigenti della polizia municipale, la gara d’appalto per l’installazione dei T-red, sponsorizzati dall’amministrazione comunale come meccanismi a forte effetto deterrenza dei numerosi incidenti sulla Cassanese. In realtà, sospetta ora l’inchiesta, gli incidenti, soprattutto tamponamenti, sarebbero aumentati proprio dopo l’installazione dei vampiri drogati. Quell’asta viene indetta in forma di «cottimo fiduciario», meccanismo per la concessione degli appalti previsto solo in alcune situazioni, di emergenza (come una frana su una strada che impone la concessione di lavori in tempi strettissimi). Già la forma di «cottimo fiduciario» fa sospettare al pubblico ministero Robledo un abuso d’ufficio, che si sarebbe poi perfezionato in una turbativa d’asta successiva. Quando solo due società, la locale Scae e la nazionale Ci-ti-Esse, partecipano alla fine a un’asta al ribasso che presenta diversi profili di dubbio. La Ci-ti-Esse, che ha l’esclusiva in Italia sui T-red offre, su un tetto del 27%, un ribasso del 26,80, mentre la locale Scae offre il 25,10 e ovviamente vince. Salvo poi, questa l’ipotesi accusatoria che si andrà a verificare, noleggiare proprio dalla Ci-Ti-Esse le telecamere che ha in esclusiva.

L’INCHIESTA HA ALLE SPALLE una vera e propria mobilitazione di cittadini che si riuniscono in un comitato di centododici persone e presentano con l’avvocato Francesca Fuso un esposto alla Procura della Repubblica, dopo una prima indagine fatta con un ingegnere di fiducia che riprende con telecamere e fotografie la vita dei semafori sulla Cassanese. Ma è inquietante, a metà luglio, l’integrazione che l’avvocato fa all’esposto e dove si dà conto fino all’ultimo centesimo degli introiti nelle casse comunali con l’arrivo dei T-red drogati: quadruplicati in un anno. E forse più inquietante è l’ipotesi dei falsi materiali: fotografie dubbie attraverso le quali diversi automobilisti vengono multati, senza riconoscersi.