{{IMG_SX}}Milano, 11 luglio 2007 - Era già tutto previsto... O no? L’unica certezza è che oggi la mostra "Arte e omosessualità", che non avrebbe mai dovuto rinunciare al più consono titolo "Vade retro", non aprirà. I battenti di Palazzo della Ragione potrebbero spalancarsi, ma a questo punto il condizionale è più che d’obbligo, sabato.

 

 

Ma domani l’intera mostra sarà al vaglio dell’intera giunta, e sulla testa dell’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi non soffiano venti benevoli. Le sue prese di posizione, sempre originali e indipendenti, non sono mai piaciute troppo agli altri assessori, e per giunta stavolta, con un’esposizione che schierava allusioni blasfeme al Papa e a un Sircana illuminato sulla via dei trans, è riuscito a scandalizzare destra e sinistra.

 

Il più felice, in realtà, è l’organizzatore Andrea Brunello di Artematica, che ha ritirato tutti i cataloghi stampati da Electa e pagherà la ristampa dei nuovi. "Ma a mandarli al macero non ci penso neanche" dice, anche perché questa mostra, dopo Milano, sarà allestita in uno spazio privato e quindi il catalogo, che peraltro è già un cult, tornerà a essere distribuito nella versione integrale. 

 

Una felice manovra di marketing alla fine, e il primo caso di una mostra censurata nella fin troppo monotona Milano, anche se la poltrona dell’assessore oggi sembra meno sicura che mai. La sensazione è che l’intera vicenda ormai sia sfuggita di mano a Sgarbi, visto che mentre lui dichiarava che la mostra avrebbe aperto i battenti regolarmente oggi, il sindaco Letizia Moratti, da Israele, faceva sapere di aver preso altre decisioni. «Decisioni prese di comune accordo» si sono affrettati a dichiarare poi, ma c’è da aspettarsi che domani in giunta il clima non sarà troppo sereno, visto che al di là delle opere già censurate, "Miss Kitty" (Ratzinger in versione omosex), ed "Ecce Trans" (il Gesù fra i viados), buona metà delle altre 150 è comunque più che trasgressiva.

 

"Infatti — dice Sgarbi — dobbiamo ancora considerare se reintrodurre il divieto agli under 18 o semplicemente consigliare la visita ai minori accompagnati dai genitori. Se la giunta deciderà per il divieto non mi opporrò, perché ritengo che i divieti eccitino. Concettualmente sono contrario perché sembra una limitazione, ma praticamente sono favorevole perché conosco il valore del proibito".

L’assessore, la visita la farà "guidata con l’Arcigay", e rimarca che lo scandalo era previsto: «Il sindaco deve ringraziare il suo assessore alla propaganda. Tutto quello che è capitato è quello che io volevo. Volevo anche la reazione della Moratti. La crisi politica non c’è».

 

Ma dopo l’invio del catalogo della mostra a Tel Aviv, la reazione del sindaco Moratti non si è fatta attendere. Sgarbi, non pago, sostiene di accettare ulteriori censure ma minaccia di sostituire la caricatura di Benedetto XVI, epurata, con una dell’ex sindaco Albertini. Come l’estate scorsa con il Mantegna negato, il caso artistico estivo è servito. Non è un giallo, ma attendiamo tutti ansiosi di conoscere il finale.