{{IMG_SX}}Milano, 19 giugno 2007 - I CONDUCENTI della linea 57 potranno rifiutarsi di portare il loro mezzo fino al capolinea. Potranno decidere di non arrivare nel cuore di Quarto Oggiaro, di evitare le fermate calde, le ultime, per sfuggire alle bravate e alle aggressioni delle baby gang. Di notte certo, ma anche di pomeriggio. A discrezione degli autisti, ormai esasperati dai blitz dei bulli del quartiere.
L’escalation di atti vandalici, minacce e tentativi di corpo a corpo con gli autisti, soli contro il branco, è iniziata a gennaio. Il 27 del mese successivo l’episodio più eclatante: un autobus, appena superato il commissariato di polizia di via Satta, entrò nel mirino di ragazzi dai 12 ai 16 anni che presero a lanciare sassi. Dopo quell’episodio, per una settimana, ogni 57 fu scortata dai Doblò della polizia locale. Tutela che si rivelò efficace, ma provvisoria.
A marzo i conducenti hanno quindi intavolato un confronto con l’azienda. E un primo accordo è stato raggiunto.

«QUALORA un conducente ravvisi situazioni di potenziale pericolo - fa sapere Gianni Cozzi, conducente Atm, responsabile del deposito Novara e sindacalista della Rsu - può informare la centrale operativa dell’Atm e allertare i colleghi delle corse successive, che potranno quindi decidere di limitare la loro corsa, di non far arrivare i loro mezzi alla fermata in cui il collega ha segnalato una situazione di pericolo. Di arrestare l’autobus prima di finire nel mirino dei vandali». Sono soprattutto le ultime, le fermate a rischio: quelle tra le vie Simoni e Pascarella, quelle di via Lopez e via Concilio Vaticano II, dove è previsto il capolinea. E dove si ritrovano i ragazzi terribili. Proprio davanti a un locale di via Concilio Vaticano le baby gang hanno il loro quartier generale. Da lì poi partono per il centro città, attraversando e, spesso, seminando paura per tutto il Quarto Oggiaro. «In questi mesi - racconta Cozzi - abbiamo raccolto una decina di segnalazioni dei conducenti, le abbiamo girate anche alle autorità cittadine».

SEGNALAZIONI in cui si racconta di «ragazzi che pretendono di caricare il motorino sull’autobus, ragazzi che montano e pretendono di viaggiare sul tetto dell’autobus dopo aver forzato le cappotte del mezzo». «Ragazzi che - continua Cozzi - lanciano sassi contro gli autobus, cercando di rompere i vetri». O, aggiunge un giovane conducente della 57 «si piazzano in due o tre con gli scooter davanti al bus per rallentarne la corsa. E prendono a insultarci se solo attendiamo un secondo di troppo ad aprire le porte».
Una situazione, quella di Quarto Oggiaro, che gli stessi conducenti non esitano a paragonare ai quartieri malfamati di Napoli: con Scampia il paragone più gettonato.

PRIMA DELL’ACCORDO raggiunto dalla Rsu con l’azienda, era stata posta sul tavolo la proposta di cambiare il capolinea della 57: far fermare i mezzi in via Satta, davanti al commissariato di polizia aperto da poco, anziché in via Concilio Vaticano II. Una proposta rimasta tale. Ma ora il capolinea può variare da una corsa all’altra, nel volgere di pochi minuti: appena i ragazzi terribili del Quarto Oggiaro faranno udire il rombo dei loro scooter. Tanta è l’esasperazione tra i conducenti che alcuni di essi chiedono di sospendere le corse anche per un mese ogni qualvolta si verifichino aggressioni. Numerose le riunioni spontanee convocate in questi mesi dai conducenti che più spesso lavorano di notte. Riunioni autorganizzate, non sindacali. L’ultima sabato pomeriggio. Più morbida la linea scelta dalla Rsu. «Oltre alla possibilità di fermarsi prima di via Concilio Vaticano, abbiamo chiesto - fa sapere Cozzi - una maggiore presenza delle forze dell’ordine. Gli autobus della linea 57 sono stati scortati per una settimana. Ha funzionato ma non possiamo chiedere la scorta tutti i giorni: servono più divise in quartiere».