Ladro ucciso dal padrone di casa, la piazza di Vaprio urla la sua rabbia: "Non ci resta che difenderci"

Terrore ed esasperazione nelle parole dei cittadini raccolte per strada dopo la sparatoria

Emozione e nervi tesi: tutti difendono Francesco Sicignano

Emozione e nervi tesi: tutti difendono Francesco Sicignano

Vaprio d'Adda (Milano), 21 ottobre 2015 - "Dobbiamo difenderci da soli. Non c’è altra strada. Lo Stato è latitante". Sono tutti con Francesco Sicignano, il pensionato 65enne che ieri ha sparato uccidendo uno dei ladri che si erano introdotti in casa sua per derubarlo. "Cosa dobbiamo fare? Se non farci giustizia da soli?", così urla la piazza fuori controllo dopo la tragedia. "Abito qui da 40 anni, era una cittadina tranquilla, ora siamo costretti a vivere blindati", dice Vincenzo Pappalettera, pensionato. Giuseppina Bucci, casalinga, settantenne, non ci sta: "Non vogliamo avere paura. Siamo pronti a difenderci da soli". Antonio Cecio, disoccupato, va oltre: "Ma poi cosa devono rubarci? Non abbiamo più niente. Noi cittadini italiani siamo gli ultimi. Veniamo dopo tutti. Anche dopo i malviventi".

"Lavoro in trasferta e sto in ansia per mia moglie e i miei figli quando non ci sono", aggiunge Flavio Morassi. "Ai miei vicini hanno rubato, noi ci siamo salvati per via delle grate, ma certo qui non si vive come una volta". Solo negli anni Novanta, raccontano in tutto il quartiere, si potevano tenere i cancelli aperti. "Ora invece i ladri entrano armati in casa nostra e noi non sappiamo più come arginare il problema", insiste Sergio Nozza, installatore di insegne. "Insegno ai ragazzini a difendersi, ma quando si viene attaccati bisogna pur reagire", aggiunge Cesare Buono, manovale.

«Abito a pochi metri dai Sicignano, vivo da solo, faccio tanti sacrifici e non mi sento sicuro. Inutile negarlo. Viviamo una situazione difficilissima. Non solo qui, certo, ma qualcuno deve difenderci". E mentre si teme il Far West – la lista regionale Patto Civico critica aspramente le parole del governatore Roberto Maroni sull’episodio – in città non si vede altra soluzione. "Doveva sparare a tutti e tre", dicono in molti, se non tutti. "Abbiamo visto i ladri a casa di Sicignano anche giovedì scorso, scappavano dal giardino", racconta Giuseppe Liverano, il vicino. La sua villetta è a fianco di quella dell’ex commerciante, reo confesso. «Da agosto era, a parte ieri, la terza volta. Cosa dobbiamo fare in questa situazione?". I commenti si concentrano sulla presenza di extracomunitari. "Tanti, troppi".

Il sindaco  Andrea Beretta ammette che in centro il problema c’è. "Lo sviluppo della città è avvenuto soprattutto all’esterno, nel cuore del paese ci sono soprattutto stranieri". Gli unici che accettano di vivere in case fatiscenti, che i proprietari spesso non sistemano. "La caccia alle streghe sarebbe fuori luogo e fuorviante – ancora il primo cittadino – l’estate scorsa abbiamo avuto un evasore totale che abitava in via per Concesa, italianissimo. Chi ruba, diciamo così, per mestiere, non ha nazionalità".

I vapriesi però la pensano diversamente. "Sicuramente il nostro è un pregiudizio, ma resta il fatto che vivere qui è difficile". E lo stesso, ne sono certi i concittadini, pensano i Sicignano. Anzi, pensavano. Perché ora "pagheranno sulla loro pelle un prezzo durissimo". "In questo Paese si passa ad avere torto anche quando si ha ragione. E il pensionato che ha sparato al ladro ne ha da vendere", confermano tutti.