Vaprio: spara ai ladri, adesso l'imprenditore rischia

Al vaglio della Procura la posizione dell'industriale di Pozzo

I carabinieri sono stati chiamati un’ora dopo il colpo

I carabinieri sono stati chiamati un’ora dopo il colpo

Vaprio d'Adda (Milano), 9 luglio 2019 - E' ancora al vaglio degli  inquirenti la posizione dell’imprenditore 56enne di Pozzo d’Adda che sabato sera ha sparato ai ladri che avevano appena rubato nella sua azienda. Pistola e munizioni sono state sequestrate e la refurtiva recuperata, 40mila euro fra bombole refrigeranti e attrezzi razziati nel capannone di Vaprio.

La Procura sta valutando la ricostruzione dei carabinieri di Cassano, chiamati solo un’ora dopo il colpo. Quando il furgone con a bordo il commando era già stato intercettato dal titolare dell’importante ditta di condizionatori e lui gli aveva già scaricato addosso due colpi, per fortuna non a segno, e i tre a bordo si erano dileguati nelle campagne abbandonando il mezzo. Nessun ferito, solo una difficile caccia all’uomo. Sono i particolari in più sull’inseguimento andato in scena all’ora di cena. Scattato dopo che il proprietario della società ha ricevuto sul telefonino la notifica del sistema di allarme che indicava il furto in corso. Sullo smartphone è registrata l’intera sequenza. La banda che si avvicinarsi ai cancelli guardandosi intorno e che carica il bottino. Immediata la decisione del derubato di saltare in macchina e di mettersi alla ricerca del gruppetto.

Ora, ci sono da stabilire gli esatti confini dell’episodio. L’industriale deteneva il revolver di grosso calibro grazie a un porto d’armi sportivo, in base al quale non potrebbe circolare tenendolo in tasca. Tutte circostanze da inquadrare. Bisogna capire se la sua reazione sia stata spropositata o se rientri nei limiti della legittima difesa. «La nostra è una cittadina tranquilla, queste fiammate rischiano di metterci in cattiva luce - dice preoccupato il sindaco Luigi Fumagalli, riferendosi anche al caso Sicignano -. Preferirei che si parlasse di noi per le celebrazioni leonardesche».