Call center fantasma al Parco Adda Nord: parola al presidente

Benigno Calvi risponde alle accuse dell'assessore regionale Terzi

  Benigno Calvi da un anno guida l’ente pubblico

Benigno Calvi da un anno guida l’ente pubblico

Trezzo (Milano), 13 luglio 2017 - «Un conto è il Parco Adda Nord, un conto le eventuali responsabilità dei singoli. Si faccia chiarezza: ma non si butti via il Parco». Era assente il presidente Benigno Calvi nei giorni in cui le comunicazioni dell’assessore regionale Claudia Terzi hanno gettato nella bufera l’ente fluviale: al centro delle accuse, e di un consistente faldone girato alla Procura, alla Corte dei Conti, e all’organismo anticorruzione, presunti episodi di malagestione negli appalti, e il caso di un progetto di call center turistico finanziato con fondi europei e non realizzato. Ora Calvi, presidente da poco più di un anno di un ente da subito presidiato dagli ispettori regionali, chiede di vedere gli atti: «Ho inoltrato subito e formalmente un’istanza per visionare le famose 47 pagine di relazione che adombrano questi supposti illeciti. Per varie ragioni. Per capire esattamente a quali episodi si faccia riferimento. Perché sia chiaro, se qualcuno avesse sbagliato, la prima parte lesa sarebbe veramente il Parco Adda Nord».

E adesso? «Si va avanti, in un clima che non può essere buono, ma nella convinzione che il Parco debba rimanere caposaldo della tutela del territorio in questa zona». Più semplice a dirsi che a farsi considerando anche la spaccatura politica che, ormai da anni, caratterizza il consiglio di gestione. Con l’uscita dello storico presidente Agostinelli, sono stati sostituiti il presidente, con l’arrivo di Calvi, e un componente del consiglio, con l’arrivo di Chiara Bonfanti, mentre sono stati confermati il vicepresidente Paolo Mauri e il membro Simonetta Soldi. Non è ad oggi stato nominato il quinto membro, che dovrebbe essere designato dalla Regione. Un organismo a 4, dunque, con due esponenti di centrosinistra, Calvi e Bonfanti, e due della Lega Nord. Non è un segreto che sia stato un esposto di questi ultimi a dare il via all’ispezione regionale. E che dissapori nell’organismo di gestione avessero già prodotto una paralisi: «In caso di parità il mio voto conta doppio - così il presidente - ma i problemi li abbiamo avuti. Per esempio, il bilancio». Sugli episodi contestati, tutti risalenti alla passata gestione: «Non li conosco nei dettagli». Il famoso call center? «So che la progettazione era arrivata alla fine, che i soldi sono stati utilizzati, ma che poi tutto si era fermato».