Oasi Wwf delle Foppe, raccolta di erbe rare per la biodiversità

Raccolta di erbe rare e autoctone

Isabella Negroni dell'oasi

Isabella Negroni dell'oasi

Trezzo sull'Adda (Milano), 16 luglio 2018 - Raccolta straordinaria di “fiorume” sul grande prato dell’Oasi del Wwf. I semi saranno piantumati altrove, per moltiplicare prati storici e erbe rare. E così l’Oasi delle Foppe, già teatro di straordinarie operazioni di ripopolamento delle specie animali e di salvaguardia delle piante in via di estinzione, torna laboratorio della biodiversità nel settore botanico. Il ritrovo all’Oasi l’altro giorno, in occasione del taglio straordinario sul “prato nativo” che è uno dei fiori all’occhiello del sito. Fra i presenti per l’Oasi Isabella Negroni, per il Parco Adda Nord Giuliana De Filippis e gli esperti Andrea Ferrario e Roberta Ceriani. "Il prato - così una nota del Wwf Le Foppe - viene mantenuto volutamente poco produttivo con l’obiettivo di favorire la presenza di insetti e di preservare la sua connotazione originaria. Non viene sostanzialmente arato da 30 anni: questo ha consentito il mantenimento di un patrimonio di vegetazione rara, riparo e habitat ideale per molti insetti. Il prato stabile dell’oasi viene tagliato una volta soltanto all’anno, sempre al termine della fase riproduttiva di farfalle, libellule e altre specie presenti senza interruzione e perdita, dunque, di vita".

Dopo il taglio la discesa in campo degli esperti, che hanno prelevato fiorume per farne oggetto di ricerca e poi di riutilizzo dei semi. L’evento trezzese rientra in un progetto più ampio, finalizzato proprio al recupero delle erbe selvatiche dei prati stabili, sempre più rari. A cancellarli, così come tanti altri preziosi tasselli della rete naturale locale, proprio l’agricoltura intensiva, a causa della quale i terreni sono stati modificati, sfruttati e contaminati da agenti chimici e insetticidi. Per i volontari del Wwf, senza interruzione al lavoro sia all’Oasi delle Foppe sia all’Oasi bis all’ex Fornace dell’Adda, una nuova grande soddisfazione. "Negli anni - sempre la nota, firmata da Fabio Cologni - questa piccola oasi è stata teatro di progetti importanti di conservazione. Dalla discarica che era 30 anni fa oggi è Zona di Conservazione Speciale, citata dal ministero dell’Ambiente. Una delle operazioni di maggiore prestigio il progetto di preservazione della Ludwigia Palustris, dell’Utricularia Vulgaris e della Salvinia Natans, tre piante d’acqua rarissime e sino a qualche anno fa a rischio estinzione".