Trezzo, allarme per la provincia tropicalizzata

Wwf e Coldiretti denunciano i problemi causati dall'alternarsi disastroso di siccità e tempeste

Fabio Cologni

Fabio Cologni

Trezzo sull'Adda (Milano), 5 agosto 2019 - Cervi nel Parco delle Groane, coleotteri asiatici, cimici cinesi, mucche e maiali stressati, coltivazioni a rischio. Sono gli effetti su animali e piante del clima impazzito con il termometro che oscilla fra grandinate, bombe d’acqua e afa africana. «Il ritmo delle stagioni è sconvolto dall’inquinamento», denuncia Coldiretti. Le stalle diventano 2.0 con doccette rinfrescanti e condizionatori. La produzione di latte cala del 10%. Gli allevatori corrono ai ripari e il Wwf lancia l’allarme: «Se non cambiamo rotta, sarà sempre peggio», dice il portavoce della zona Fabio Cologni.

Alle Foppe di Trezzo sono stati tra i primi a parlare dei rischi che si correvano: il loro dossier “Adda esotica” ha già una decina di anni «eppure ogni estate ci ritroviamo a tracciare gli stessi bilanci». «Il fiume non era più lombardo già allora. È il regno del gambero della Louisiana a scapito delle nostre specie. Lo stesso vale per gli arbusti». Ogni agosto la stessa storia, «ma non si interviene seriamente - sottolinea Cologni -. I problemi cominciano nella catena alpina dove i segnali sono inequivocabili. La vegetazione cresce sempre più in quota ed esemplari come pernice bianca, lepre variabile e gallo cedrone stanno scomparendo perché oltre alla persecuzione umana devono fare i conti con il cambiamento di habitat. Non hanno più spazi adatti alla riproduzione. La mutazione arriva in un lungo effetto domino fino al nostro territorio: fra Adda e Brembo ormai ci sono i tessitori africani, uccelli tipici dell’area subsahariana».

E se dopo ogni grande pioggia si contano i danni – l’ultima venerdì ha scoperchiato serre e distrutto ortaggi dappertutto, - quando le temperature si rialzano nei campi si ricorre all’irrigazione di soccorso per salvare il raccolto. «Oltre i 35 gradi le piante sono a rischio di colpi di calore che ne compromettono la crescita - sottolineano gli esperti -. Le bizze degli ultimi giorni sono la punta dell’iceberg di una serie di anomalie climatiche che hanno visto una prima metà di luglio segnata dal maltempo con 10 grandinate al giorno, dopo un giugno classificatosi al secondo posto dei più bollenti dal 1800 con una temperatura superiore alla media di 3,3 gradi, un maggio freddo e bagnato e i primi mesi dell’anno all’insegna della siccità». La tropicalizzazione costa. Secondo Coldiretti le perdite in un decennio fra produzione agricola e infrastrutture sono di 14 miliardi di euro da Nord a Sud.