Trezzo, l'ex assessore: "I nostri tesori a rischio furto"

Quadri a portata di mano alla Quadreria Crivelli

La Marina con faro e Vittorio Sgarbi

La Marina con faro e Vittorio Sgarbi

Trezzo sull'Adda (Milano), 11 maggio 2019 - «Quadri a rischio furto», l’ex assessore alla Cultura lancia l’allarme sulla sicurezza delle opere d’arte a Trezzo, «collocate al di fuori degli spazi blindati». Strascico della polemica sulla conservazione dei tesori di casa che nei giorni scorsi ha visto protagonista Italo Mazza, ideatore della Quadreria Crivelli, finita al centro della campagna elettorale. Nel 2016 era uscito dalla giunta sbattendo la porta, adesso è candidato al Consiglio nella lista del vicesindaco Massimo Colombo. Il sindaco Danilo Villa l’aveva rassicurato sulle visite degli scolari che preoccupano l’architetto, «nessun pericolo per le opere, è tutto in ordine».

Adesso a gettare benzina sul fuoco «l’ultima, recente tentata razzia passata sotto silenzio. Obiettivo dei soliti ignoti: la biblioteca, proprio dove sono stati sistemati importanti dipinti che invece dovrebbero stare sotto chiave – spiega Mazza – Scelte che posso costare care, come ci insegna il passato». Si riferisce alla “Marina con Faro” recuperata nel 2015, cinque anni dopo il colpo del 17 agosto 2010 che aveva fatto temere di averla persa per sempre.

«E dove era stata presa? In biblioteca, sullo scalone, esattamente dove è stata rimessa. Pare che l’esperienza non abbia insegnato nulla. Il conservatore Alberto Crespi raccomandò allora di non riposizionarla lì per più ragioni, non ultima la sicurezza, ma l’amministrazione non ha tenuto conto del consiglio». La giunta sostiene che le opere sono tornate dove erano in origine «ma trattandosi di una casa privata non c’è certezza della loro posizione. È facile ipotizzare che venissero spostate abitualmente».

Mazza non può fare a meno di ritornare con il pensiero al giorno in cui il prezioso quadro venne ritrovato per caso dai carabinieri in un vecchio casello ferroviario abbandonato in Piemonte. Avevano capito subito che si trattava di una tela di valore – 35mila euro la quotazione di mercato – e si erano messi a cercare il proprietario seguendo il filo delle denunce, fino a risalire al Comune.