Trezzo, la crepa nel castello non ferma i turisti

La Pro loco fissa la quota: «A fine anno avremo i soliti 30mila visitatori»

La vistosa crepa sulle mura della storica fortezza

La vistosa crepa sulle mura della storica fortezza

Trezzo sull'Adda (Milano), 10 luglio 2019 - La crepa non scoraggia i turisti, il castello di Trezzo rimane meta di pregio delle gite fuori porta. La lacerazione sullo sperone orientale che finisce nel fiume non ferma l’esercito di curiosi che ogni weekend sceglie la rocca. "A fine anno avremo i soliti 30mila visitatori", scommette la Pro loco, che prende le prenotazioni ed è fucina di guide. Si temeva che l’interruzione del percorso più amato sull’alzaia disposta con urgenza dal sindaco Silvana Centurelli per proteggere la popolazione potesse sconsigliare gli appassionati, e invece no. In pochi giorni il pubblico si è abituato a percorrere la famosa passeggiata risalendo le rive e scendendo in via Visconti. Una deviazione perfettamente segnalata, entrata subito nel quotidiano. I cambiamenti qui sono all’ordine del giorno.

"Da anni la parete Sud lesionata e i dintorni sono stati esclusi dai percorsi alla scoperta della fortezza. Abbiamo sempre scelto la parte più sicura. Anche sugli esterni ci sono alternative apprezzate da tempo", sottolineano i ciceroni. La situazione è precipitata nonostante gli interventi di consolidamento realizzati negli ultimi 10 anni. Regione, Ministero e Comune hanno speso quasi due milioni per cancellare gli effetti delle infiltrazioni sul monumento, ma secondo i calcoli dell’amministrazione ne servirebbe quasi un altro per porre rimedio al lavorio dell’acqua che va avanti da sette secoli. Nel 2018, gli esperti del Cise, il consorzio del Politecnico di Milano, ispezionarono il complesso con georadar e scalatori per andare a fondo del problema. Un’indagine arrivata subito dopo il restyling delle discese al porto, la promenade più suggestiva della città, un intervento da mezzo milione di euro che si aggiunge agli altri esborsi. L’anno scorso si era provato anche a strappare un finanziamento-tampone di 200mila euro tramite il concorso Reti Più, ma la rocca non ce l’ha fatta. I soldi non sono arrivati. La ricerca fondi per finanziare l’ennesimo cantiere e la richiesta di una regia all’altezza dell’opera non si è mai fermata.